Ringraziando l'autorevole rappresentante della Commissione europea per la sua visita "che dimostra l'attenzione che il commissario Ciolos continua a riservare verso la nostra realtà", Mellarini si è detto "felice ed orgoglioso" dell'importante contatto diretto che la Provincia di Trento, assieme a quella di Bolzano, è riuscita ad organizzare in questa fase di definizione della nuova PAC. Ricordando come il Trentino Alto Adige sia una terra caratterizzata da importanti handicap fisici che limitano le colture e aggravano i costi di produzione, ma che rappresenta anche un territorio di grandi tradizioni e tipicità produttive che vanno difese e preservate, Mellarini ha auspicato che il positivo esempio del sistema cooperativo che caratterizza le agricolture trentina e altoatesina possa trovare nuovo riscontro e sostegno nelle politiche della futura PAC. "Le ripetute sensibilizzazioni che vi abbiamo inviato assieme ai colleghi delle regioni di montagna ed il contributo che Euricse potrà dare nella scrittura dei nuovi regolamenti - ha detto l'assessore rivolgendosi a Moisa Lionel - rappresentano il nostro concreto contributo. La qualità intesa a 360 gradi rappresenta per i nostri produttori un fondamentale elemento di difesa nei confronti degli effetti della globalizzazione, che costringe enormemente i margini operativi dei produttori stessi e facilitano l'aggregazione della domanda verso un effettivo oligopolio della grande distribuzione organizzata".
Mellarini ha rimarcato, in particolare, "la necessità di mantenere un adeguato livello di aiuti compensativi anche per riequilibrare il gap di svantaggio che la montagna sconta verso la pianura nei confronti degli aiuti diretti (premi PAC). La nuova proposta regolamentare contiene secondo noi qualche criticità con limiti d'intervento non sufficienti. Il nostro invito al commissario Ciolos è di dedicare maggiore attenzione ed apertura verso azioni di effettiva semplificazione delle procedure che permettano effettivamente di innestare positivi processi di crescita e competitività delle nostre aziende".
"A volte nei regolamenti - ha continuato Mellarini - le necessità applicative portano a confondere gli obiettivi veri con la necessità di giustificare correttamente le procedure di concessione, ed in alcuni casi più estremi gli aiuti sono di fatto vanificati dai costi di gestione degli stessi. In questo particolare momento di difficoltà nel quale l'Europa si trova tutta, riteniamo sia importante definire regole di competitività anche a costo zero piuttosto che proporre aiuti troppo difficili da gestire e giustificare".
Giudicando "interessante" la sfida rappresentata dai processi di partenariato e collaborazione con gli altri fondi strutturali europei previsti per la definizione dei nuovi programmi operativi, l'assessore all'agricoltura ha però fatto notare al rappresentante europeo che "non tutte le realtà sono però pronte a cogliere queste nuove sfide e quindi, per non vanificare tali processi, è forse necessario provedere una maggiore elasticità di applicazione da parte degli Stati membri. Un obiettivo - ha concluso Mellarini - si può raggiungere per strade diverse, l'importante è raggiungere l'obiettivo, non creare una strada comune per arrivare tardi all'appuntamento".
Ieri e nella mattinata di oggi sono stati in particolare i temi della ricerca, con la visita ai centri di Laimburg e di San Michele, a caratterizzare la missione a Trento e Bolzano dell'alto funzionario europeo. "Nella futura Pac - ha affermato Moisa Lionel - cercheremo di proporre un approccio per l'applicazione della ricerca: i servizi di consulenza qui sono stati integrati con i centri ricerca in modo molto pragmatico, e questo è certamente un modello da considerare con attenzione". Ma sono i temi specifici del settore frutticolo e vitivinicolo che hanno invece tenuto banco nell'incontro di oggi pomeriggio. Per quanto riguarda il primo, Alessandro Dalpiaz ha toccato i "tasti dolenti" che limitano la competitività del distretto mela regionale: le barriere fitosanitarie poste all'importazione dalle autorità americane con il problema della reciprocità nei confronti dell'Europa; la politica di promozione dei prodotti europei sui mercati lontani ("parlare solo di qualità europea non è efficace, occorre comunicare anche il nome e cognome dell'azienda produttrice"); la posizione dominante della grande distribuzione che impone spesso condizioni gravose; la necessità di avere un unico disciplinare di produzione a livello europeo anzichè decine di disciplinari diversi, uno per ogni catena; il mantenimento degli standard di qualità; l'imposizione di condizioni limitanti sulla sicurezza dei prodotti; la diversità di applicazione nei vari Stati membri delle regole sulla concorrenza; i costi delle assicurazioni ("Nel fondo di mutualità si dovrebbe includere anche gli eventi climatici come le grandinate"); gli strumenti di stabilizzazione del reddito dei produttori; la possibilità di ampliare la gamma di prodotti fitosanitari per salvare talune produzioni, quali ad esempio i piccoli frutti, minacciate da malattie che ne minacciano la sopravvivenza quali ad esempio la Drosophila suzuki. "E' importante pensare - ha concluso Dalpiaz - a poche regole applicabili e controllabili".
Contrarietà alla liberalizzazione dei diritti d'impianto per i vigneti è stata invece espressa da Herman Bona del Consorzio Vini, che ha rappresentato inoltre la necessità di sburocratizzare il settore ("costa più la burocrazia per fare una domanda di sostegno che non quello che poi arriva alla fine") da una normativa troppo farraginosa.
Problemi e richieste che Sorin Moisa Lionel ha ascoltato con grande attenzione, accogliendo in qualche caso la sollecitazione a verificare la possibilità di modificare la proposta iniziale della Commissione per la nuova PAC. "Cercheremo di mettere più risorse per la promozione in tutti i settori e stiamo cercando di far capire ai consumatori europei l'impegno che stanno mettendo i produttori cercando però di evitare contraddizioni. Vorremmo essere anche più aggressivi verso i mercati lontani, ad esempio la Cina, e spero che vi piaceranno le proposte che faremo in questa direzione". "Il nuovo paradigma della proposta Ue - ha concluso - è che l'Europa cercherà di aiutare gli agricoltori ad aiutare se stessi. Nessuno può garantire nulla in assoluto, occorre darsi un po' da fare".
In allegato le interviste audio con Sorin Moisa Lionel e Alessandro Dalpiaz -