Ad accogliere e accompagnare la delegazione all'interno della struttura, la direzione generale dell’Azienda, con il direttore generale Paolo Bordon, il direttore sanitario Claudio Dario, il direttore amministrativo Rosa Magnoni, insieme al direttore del centro di protonterapia, Maurizio Amichetti. Per il Meyer, ospedale pediatrico di alta specializzazione, erano presenti il direttore generale Alberto Zanobini, il direttore sanitario Francesca Bellini e il coordinatore scientifico Chiara Azzari.
La mattinata è stata dedicata ad un proficuo scambio di idee su alcuni casi clinici, soprattutto pediatrici, e sulle enormi potenzialità della protonterapia. A differenza dei raggi X, i protoni possono essere esattamente controllati, in modo che la maggior parte della radiazione colpisca con estrema precisione il tumore. Con l’indubbio vantaggio di risparmiare i tessuti sani circostanti e ridurre gli effetti collaterali del trattamento. In questo senso la protonterapia è particolarmente indicata in presenza di tumori vicini a organi critici o strutture nobili come il cervello, il cuore o il midollo spinale.
Dopo il confronto della mattina, i medici e i fisici del centro hanno accompagnato la delegazione a visitare i diversi spazi della struttura e in particolare il gantry, la camera di trattamento, e il ciclotrone, l’enorme sistema che trasporta e rilascia il fascio di protoni.
La giornata di oggi si inserisce nel solco di altre azioni e collaborazioni già avviate o in fase di definizione, con l’obiettivo di aprire il centro di Trento ai pazienti di altre regioni e altri paesi europei ed extraeuropei. In questo quadro rientrano anche le giornate di studio e confronto che hanno visto protagonisti sempre questa settimana alcuni medici e fisici del nuovo Centro francese di Protonterapia di Caen, in Normandia, guidati da Jean-Louis Habrand, considerato un pioniere della protonterapia a livello europeo.