
Nei boschi della Valle Rendena ci sono 7 orsi, altri 3 sono stati censiti nelle Giudicarie, numeri che appaiono stabili da cinque anni. Quanti di questi possono essere considerati "pericolosi"? E' quanto il Servizio Foreste sta accertando attraverso una azione di monitoraggio che in queste settimane si è fatta più intensa e capillare. Parallelamente, come ha spiegato Dallapiccola - si sono collocate anche alcune trappole "a tubo" con l'obiettivo di catturare gli orsi per poterli poi collarare, operazione che consentirà, dopo la loro liberazione, di poterne registrare gli spostamenti ed i comportamenti, individuando appunto i soggetti più problematici.
Operazioni, queste, che stanno impegnando intensamente i forestali che operano nelle zone di presenza dell'orso, ma che da sole non possono certo scongiurare altre predazioni. "La Provincia - ha affermato l'assessore - è al fianco delle popolazioni che stanno sopportando questi disagi e sta facendo tutto quanto è possibile fare in questo momento per cercare di mitigare il fenomeno nel rispetto dell'attuale quadro normativo. Abbiamo chiesto allo Stato di darci la competenza sulla gestione dei grandi carnivori: la norma di attuazione è in attesa di essere esaminata dal consiglio dei ministri, mentre approveremo presto una apposita legge provinciale allo scopo di salvaguardare le attività agricole in montagna, che sono oggi messe a rischio da orsi e lupi. Il problema deve essere risolto innanzitutto a Roma ed il Trentino sta facendo quanto è nelle sue possibilità per arrivare ad ottenere la facoltà di poter gestire in proprio la presenza dei grandi carnivori, cercando al contempo anche di costruire alleanze con altre regioni, quali ad esempio il Veneto e la Toscana, oltre all'Alto Adige con il quale la sintonia di vedute è totale. Sono fiducioso, perché a Roma abbiamo oggi interlocutori sensibili a questo tema, e il prossimo 12 luglio avrò un altro incontro con il ministro all'ambiente Sergio Costa".
Gli stessi sindaci della Valle del Chiese si stanno mobilitando per arrivare ad un documento comune sulla questione orso, ben sapendo che non è proponibile alcuna "scorciatoia": la strada da perseguire - lo ha rimarcato anche Romano Masè - è quella di una convivenza gestita, affrontando caso per caso le situazioni, giacchè gli orsi non sono tutti uguali e non tutti, anzi pochi, sono quelli che creano danni e disagi. "Gli orsi ci sono e vanno gestiti - ha ribadito Masè - non ci sono le condizioni giuridiche per eradicarne la presenza, dobbiamo dunque trovare un punto di equilibrio fra la loro presenza e la tutela delle attività umane sul territorio, agricoltura e allevamento in primis, ma occorre al tempo stesso lavorare sul piano culturale, per far comprendere, specie ai cittadini delle aree urbane e delle città, la giusta scala dei valori nel rapporto fra uomo, ambiente e fauna selvatica. Ciò che ci stiamo impegnando a fare è creare le condizioni affinché questa convivenza diventi possibile riportando la serenità nelle zone abitate dall'orso".