Parlare di nutrizione - sostiene Strombotne - è come parlare di religione, ognuno ha le proprie convinzioni. Il che spiega perché le campagne governative contro l'obesità (una persona su tre negli USA, con un costo di 147 miliardi di dollari all'anno) non raggiungano gli effetti desiderati, giacché dobbiamo fare i conti con l'irrazionalità del consumatore, oltre che con le sue condizioni di reddito e il livello culturale, due fattori che influenzano grandemente le abitudini alimentari delle persone. "Aumentare la tassazione sulle bevande e i cibi ipercalorici non produce alcun effetto sul cambiamento delle cattive abitudini alimentari; si possono promuovere campagne educative nelle scuole, ma nessuno è poi obbligato a tenere conto delle informazioni ricevute. La verità è che non abbiamo capito come condurre questo tipo di politica, e ancora oggi non sappiamo se faccia più bene fare movimento fisico o ridurre gli zuccheri".
Nessun dubbio su quale sia la religione alimentare più "salutista" ha invece Coira: dieta mediterranea e un moderato consumo di vino. Attenzione: non di alcol, ma di vino. Perchè non vi è errore più grande che possiamo fare se non quello di confondere gli effetti dell'uno con quelli dell'altro, così come non va assolutamente messo sullo stesso piano il danno provocato dal fumo con quello, assai minore, causato da uno smodato consumo di alcol. "Da uno a tre bicchieri di vino al giorno hanno un effetto positivo sull'ipertensione, riducono l'incidenza del diabete mellito di tipo 2, rallentano l'invecchiamento, riducono la demenza da Alzheimer. Non c'è correlazione - conclude Coira - tra l'incidenza dell'etilismo e il consumo di solo vino: in USA è etilista il 5 % della popolazione, in Italia lo 0,5%, nei primi i consumatori di vino sono il 17%, nella seconda il 66%. E di obesi se ne trovano molti anche nei Paesi del Medio Oriente, dove non si consuma alcool ma molte bevande zuccherate.
Il portato economico che esce dal confronto sembrerebbe indicare dunque una via chiara per un Paese produttore di vino qual è l'Italia: aumentare le esportazioni, specie verso gli USA, non farebbe dunque bene solo alla nostra bilancia commerciale ma contribuirebbe anche a migliorare lo stato di salute generale del pianeta.