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“Nel libro si è cercato di chiarire che la prima cosa da fare è ragionare veramente sui dati, non sulle opinioni - spiegano i due autori - oggi ci sono situazioni di emergenza che riguardano migliaia di persone i muri si stanno moltiplicando e quindi urge una riflessione importante. Non si parla solo di numeri, ma di persone vere. Ad esempio, l’8 % del PIL italiano è prodotto da stranieri. E il risvolto non è solamente economico, ma anche e soprattutto sociale. Perché se ci decidesse di fermare l’immigrazione ci troveremmo davanti ad una popolazione invecchiata, e come tale con meno propensione a guardare al futuro, una minore disponibilità a cambiare e a innovare".
“L'approfondimento del fenomeno nel nostro libro è attraverso dati, numeri, informazioni e poche opinioni. Così abbiamo voluto concepirlo come uno strumento divulgativo e analitico. Per permettere a chiunque di farsi un’opinione sulla base della nostra ricerca. Liberamente e senza condizionamenti” - spiegano i due autori Stefano Allievi e Giampiero Dalla Zuanna – “Il problema dell’immigrazione quindi è tutto tranne che un problema economico; è un problema culturale, di percezione. Da qui nascono i malintesi”. L’immigrazione quindi non può che essere considerata una risorsa, e i Paesi che non la sfruttano al massimo perdono un’occasione. Certo, all’interno del fenomeno immigratorio bisogna analizzarne le diversità, bisogna valutarne i “pro” e i “contro”, ma una cosa è evidente - stando ai dati numerici - la “non migrazione” porterebbe ad una serie di svantaggi notevoli. Mettendo a confronto i dati demografici, ad esempio, risulta che la forza lavoro in Italia nell’età tra i venti e i sessantaquattro anni dal 2015 sino al 2050 perderà dai 300 ai 350mila unità all’anno e questo comporterà gravi conseguenze anche per il sistema pensionistico italiano. I dati ci dicono anche che le perdite corrispondono più o meno agli arrivi di immigrati in Italia. Anche l’Europa perderà 3 milioni di posti di lavoro all’anno e, anche in questo caso, i numeri combaciano con gli arrivi di rifugiati, migranti e richiedenti asilo. Insomma la popolazione italiana sta invecchiando e i giovani sono sempre di meno. Nei prossimi vent’anni, per mantenere costante la popolazione in età lavorativa (20-64), ogni anno dovranno entrare in Italia 325 mila potenziali lavoratori”. Perché nel dibattito pubblico queste cose non vengono dette? «Dobbiamo distinguere tra realtà e percezione. Nella percezione l’Italia non ci riesce per colpa anche di una certa tendenza dei mezzi di comunicazione, intenzionati a raccontare e enfatizzare casi e conflitti, utili solamente al dibattito politico, troppo spesso strumentale ai fini di un consenso. Dal lato pratico invece anche nel nostro Paese assistiamo ad una integrazione spontanea, naturale, che tutti noi riscontriamo nei quartieri delle grandi città e nei piccoli comuni, nelle scuole statali e comunali, nel mondo del lavoro, nei mercati rionali.L’altro grande tema affrontato è l’Islam, osservato “speciale” sia in Italia che in Europa. Eppure le comunità musulmane in Italia sono bene integrate e l’Isis e Al Qaeda sono ben distanti dalla fede musulmana? «Eppure a Londra oggi abbiamo Khan, che non è stato eletto perché musulmano ma il fatto di esserlo non gli ha impedito di diventare il primo cittadino londinese. Eppure i media, quasi tutti, hanno enfatizzato la sua appartenenza religiosa. La notizia vera, a mio avviso, è che ai londinesi poco importa a quale religione il candidato appartenga ma solamente se, quella persona, è in grado di rappresentarli e di lavorare per il bene comune della loro città. E con riferimento alla tematica della prostituzione Dalla Zuanna (anche senatore del PD) aggiunge: “Per risolvere il problema, la priorità è quella di contrastare la domanda, come accade in Svezia e Norvegia: non solo informando e sensibilizzando sulla situazione delle persone trafficate – così che nessuno possa dire di non sapere – ma anche introducendo sanzioni verso i clienti che, indifferenti verso le sofferenze delle persone coinvolte, si rendono di fatto complici del meccanismo di sfruttamento. In Italia le propose di modifica della legge Merlin e di introduzione di modalità di legalizzazione della prostituzione “libera e consapevole” sono solo goffi tentativi di risolvere il problema”.
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