"Quattro mesi fa l'Europa era considerata un cantiere da chiudere, da affidare alla Cina" ha detto il ministro Amendola. "Ma ora il vento è cambiato" ha aggiunto, riferendosi a quella che definisce una scelta coraggiosa: la grande scommessa europea di 750 miliardi di bond. "La più coraggiosa dopo l'introduzione dell'euro", citando il commissario europeo Paolo Gentiloni. Per Amendola, che non ha nascosto di essere "eurorealista" e non "euroeuforico" nemmeno dopo il via libera al Recovery Fund lo scorso 21 luglio: green, digitale, coesione sociale, occupazione giovanile e femminile sono le sfide che attendono ora l'Europa dei 27. Investire sulla sovranità europea e sulla crescita sostenibile per recuperare competitività tra i giganti come Stati Uniti e Cina: per Amendola le recenti decisioni e stanziamento di risorse dell'Ue, con tutte le istituzioni allineate e il solo disaccordo dei cosiddetti paesi "frugali", aprono le porte a un recupero del sentimento europeista, "una necessità della storia, il resto è solo propaganda". Per Pier Carlo Padoan il Recovery è un grande passo verso un'ulteriore integrazione europea, che passerà attraverso la necessaria unione fiscale. I nuovi bond europei sono diversi dagli eurobond, che implicavano una sgradita condivisione di debito. Quello di luglio è un accordo multidimensionale: mobilitazione di risorse, ruolo fondamentale della Bce, sospensione del patto di stabilità e promessa di riconsiderarlo. Irreversibile un percorso che porti a tasse europee come la webtax, o tasse ambientali. Per il ministro Amendola, inaccettabile, in quest'ottica, il "dumping" fiscale. Paolo Guerrieri, invece, è convinto che euforia e pessimismo cupo- a fasi alterne - hanno sempre segnato la storia dell'integrazione europea. Il binomio efficienza-equità è il sottile filo sul quale l'Europa di domani dovrà stare in equilibrio.
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