Giovedì, 09 Aprile 2020 - 16:02 Comunicato 755

Ieri la firma dell’accordo-quadro che assicura l’80% dello stipendio ai lavoratori del settore agricolo e del commercio lasciati “scoperti” dalle altre misure di welfare
L’assessore Spinelli: “Lavoratori e imprese al centro del nostro impegno per far rinascere il Trentino"

“La pandemia non ci ha messo a terra. L’impegno della Provincia e dell’assessorato allo sviluppo economico, con tutto lo staff, che non ha mai smesso di impegnarsi anche in queste giornate difficili, è massimo. L’accordo-quadro che abbiamo raggiunto ieri con le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali per la gestione della cassa integrazione in deroga, ne è una prova: lavoratori e imprese sono al centro dei nostri pensieri ed è da loro che faremo partire la ‘rinascita’ del Trentino, dopo lo stop imposto dal Coronavirus”. Queste le considerazioni “a freddo” dell’assessore allo sviluppo economico e lavoro Achile Spinelli, dopo l’accordo di ieri, che prevede ai lavoratori interessati l’erogazione di un trattamento pari all'80% della retribuzione, fino a un massimo di 940 euro o di 1.130 euro mensili, a seconda della retribuzione percepita, per la durata massima di 9 settimane, a beneficio di due settori economici in forte sofferenza per gli effetti della pandemia, agricoltura e commercio. “Siamo anche oggi al lavoro con il Team Economia per mettere a punto altre misure – aggiunge l’assessore Spinelli – per far fronte all’emergenza ma anche guardando al di là di essa, al medio-lungo periodo. Abbiamo le competenze che ci mette a disposizione l’Autonomia, e abbiamo la coesione necessaria per prendere decisioni efficaci tutti assieme, nell’interesse dell’intera comunità. Ma non cessiamo di fare pressione anche su Roma, nonostante qualche resistenza incontrata, per garantire che ci vengano destinate le risorse adeguate ai bisogni causati alla straordinaria situazione che stiamo vivendo”.

L’accordo siglato ieri, lo ricordiamo, riguarda i lavoratori di imprese che hanno dovuto sospendere o ridurre l'attività a causa dell’emergenza Covid-19, e che non sono tutelati dagli ordinari ammortizzatori sociali. Parliamo innanzitutto dei lavoratori del settore agricolo, assunti a tempo determinato o anche a tempo indeterminato, qualora abbiano superato il limite massimo di giornate di cassa integrazione agricola, e dei lavoratori del settore commerciale di imprese che occupano più di 50 dipendenti.

“Anche in questi settori - ha ricordato l'assessore Spinelli - molte aziende hanno pagato un prezzo elevato all'emergenza sanitaria in corso e hanno dovuto sospendere o ridurre l'attività. Non solo le imprese commerciali dei settori non food ma anche alcuni ambiti del settore agricolo - ad esempio le imprese florovivaistiche, gli agritur e la manutenzione del verde -  che pur sta reggendo bene in molti altri ambiti e anzi segna una preoccupazione opposta relativa alla difficoltà di trovare lavoratori sia per l'imminente prima fase della stagione sia  per il periodo estivo e della raccolta autunnale.

Diversamente da quello che succede nel resto d'Italia le domande in Trentino saranno gestite, tramite l'Inps, dal Fondo territoriale del Trentino, strumento del quale si è dotato il sistema economico provinciale, avvalendosi di una delega specifica dello Stato in materia di ammortizzatori sociali. In questa prima fase arriveranno dallo Stato circa 8,5  milioni di euro per i lavoratori trentini. Ma a breve ulteriori risorse già stanziate nel decreto Cura Italia verranno ripartite fra le Regioni, compresa anche la Provincia autonoma di Trento”.

Il Fondo di Solidarietà Trentino, nato nel 2015 su spinta della Provincia e grazie all'accordo con le associazioni di categoria dei datori di lavoro e le organizzazioni sindacali, assicura oltre 56 mila dipendenti delle imprese aderenti, ad esempio, del settore del turismo e servizi oppure del commercio fino a 50 dipendenti. “In questa fase - ricorda ancora l'assessore Spinelli - il Fondo territoriale garantirà, in parte con proprie risorse, l'assegno ordinario per i lavoratori sospesi dal rapporto di lavoro o con orario di lavoro ridotto, sempre in conseguenza della riduzione di attività o di forzata chiusura di molte imprese trentine”.

(mp)


Immagini