Sabato, 01 Giugno 2013 - 02:00 Comunicato 1578

L'ECONOMIA RACCONTATA A TEATRO NEL SEGNO DELLE DIVERSITA'

Raccontare l'economia, i suoi meccanismi e i suoi riflessi sulla società, in questo caso quelli legati al significato dei termini sovranità e identità, attraverso le forme del teatro e la forza della recitazione. Questo l'obiettivo dello spettacolo "Lo straniero sovranità ed identità" proposto venerdì sera al Teatro Sociale per il Festival e frutto della creatività dell'economista Fabio Ranchetti. Sua l'idea di tracciare un percorso attraverso una serie di brani di letteratura, dalle pagine dello storico Erodoto a quelle dell'etnologo Claude Lévi-Strauss, per delineare il concetto di sovranità e calarlo nelle forme del terzo millennio solo in apparenza così lontane anche da quelle del secolo scorso o di un passato ancora più remoto. Magistrali interpreti delle letture che hanno fatto da filo conduttore della rappresentazione e conquistato la platea due attori di grande spessore per il teatro italiano contemporaneo quali Massimo De Francovich e Massimo Popolizio.-

Fabio Ranchetti ha introdotto lo spettacolo spiegando come il punto di partenza per questo suo progetto, pensato proprio per il Festival, si sia generato dalla domanda sul che cosa si intenda oggi con il termine "sovranità" e soprattutto se qualcuno oggi si possa definire come "sovrano d'Europa". La risposta, quasi scontata, porta alla Germania guidata dalla cancelliera Angela Merkel che ha un evidente primato economico e politico nel Vecchio Continente. Ma questo però, ha sottolineato Ranchetti, non si riflette sulla cultura, a differenza di quanto accadeva un tempo, perché in questo momento la Germania non esprime figure di spicco o quantomeno non in numero maggiore delle altre nazioni europee più importanti. Da qui l'idea di delineare il concetto di sovranità che si intreccia anche con quelli di identità, di eguaglianza e di diversità. Quella diversità che esprimeva proprio uno dei maggiori intellettuali del ‘900 quale fu Thomas Mann nato in una Germania influente come oggi, ma appunto con ben altre personalità di spicco nell'ambito culturale. E la figura di Thomas Mann, solo per metà tedesco perché di madre brasiliana, che visse l'esilio dalla Germania nazista e sposò una donna ebrea, è stato il link per iniziare un viaggio attraverso i testi recitati in maniera intensa dalle voci De Francovich e Massimo Popolizio. Le parole del grande storico greco Erodoto sui Persiani, sulla loro idea di sovranità e sul rapporto con gli altri popoli, sono così diventate quelle del filosofo francese Michel de Montaigne sugli spagnoli alla conquista delle Indie. Un dialogo tratto dalla "Tempesta" di Shakespeare ha portato l'immaginazione verso le pagine di Montesquieu per finire in quelle di Claude Lévi-Strauss con le sue riflessioni sull'etnocentrismo e sulla difficoltà di accettare le differenze e il dialogo con le altre culture e con lo "straniero". Dialogo così importante anche per le relazioni economiche dei nostri giorni. -