Il Polo Universitario delle professioni sanitarie in via Briamasco opera fin dal 2007, anche se la formazione infermieristica in Trentino affonda le sue radici fin dagli anni '70. Articolato su tre sedi fra Trento, Rovereto ed Ala, offre corsi triennali di infermieristica, fisioterapia, igiene dentale, tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia, tecnica della riabilitazione psichiatrica, tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro e tecniche di laboratorio biomedico, nonché master e corsi per Operatore socio sanitario (Oss), in grado di garantire ottime possibilità lavorative ai frequentanti; sono infatti 1.123 gli studenti attualmente iscritti. Il Polo, che dipende dalla Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli Studi di Verona, è inoltre ben collegato non solo con le Università italiane ed europee, ma anche con il Canada e gli Stati Uniti. Sua peculiarità è un approccio innovativo della formazione, con una particolare attenzione alle relazioni con i malati e laboratori dove gli studenti possono sperimentare le diverse tecniche.
Oggi, nell'ambito dell'open day 2014, i quasi 250 studenti del terzo anno di laurea e dei corsi di Oss, nonché il personale del Polo, sono a disposizione degli studenti degli istituti superiori e dei visitatori per illustrare i corsi: come nei precedenti anni, il percorso informativo è strutturato per stand con i diversi profili professionali, il piano di studi, le attività di tirocinio e di laboratorio.
Dopo la visita al Polo in via Briamasco, l'assessora alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re, si è incontrata con il personale dell'Hospice di Villa Igea, struttura in grado di integrare il servizio delle cure palliative per far fronte ad esigenze assistenziali particolarmente gravi e per alleviare situazioni di difficile gestione in un contesto domiciliare. L'Hospice è articolato in sei stanze da letto singole dove possono essere accolti anche i familiari, oltre alle stanze di degenza sono presenti i locali di supporto, per far sentire i pazienti il più possibile in un ambiente familiare e protetto. L'obiettivo di strutture come questa è la migliore qualità di vita possibile per i malati e le loro famiglie, infatti le cure palliative non solo cercano di sollevare i malati dal dolore, ma integrano nella cura anche aspetti psicologici e spirituali, oltre ad offrire sostegno e supporto alla famiglia del paziente.
L'assessora, che si è recata presso l'Hospice con una grande mazzo di fiori in segno di ringraziamento per gli operatori e come pensiero per gli ospiti, ha commentato: "Mi è sembrato davvero un luogo di serenità e di grande capacità di accompagnamento in quello che spesso, non per tutti gli ospiti ma purtroppo per una maggioranza di loro, rappresenta il periodo conclusivo della loro vita. Credo che poterlo vivere in serenità e in un ambiente affettivamente ricco è una consolazione per le famiglie oltre che per le persone ricoverate. Qui c'è la dimensione della cura intesa nel senso più totale e più profondo, una cura della persona e dell'anima".
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