Gli italiani sono in grado di imparare le lingue? Si lo sono, sono nati per farlo. Ne è convinto John Peter Sloan che in occasione del suo show al Festival delle Lingue ha spiegato: “Gli italiani sono creativi e hanno una marcia in più, 'sono sgamati' e grazie al loro spirito intraprendente possono comunicare con facilità e apprendere molte lingue straniere. E’ importante farlo fin dalla più tenera età ed in maniera giocosa. I bambini si abituano ai suoni fin da piccoli. Qui devono intervenire i genitori, per incentivare i propri ragazzi a studiare le lingue con facilità. Non ci deve essere preoccupazione né troppa attenzione alla precisione: l’importante è farsi capire, parlare, vivere la lingua in tutte le sue sfumature sfruttando anche i film, le canzoni, il parlare con altri, perché la lingua non si impara sui libri ma bisogna scendere in strada. Io stesso ho imparato l’italiano in questa maniera, vivendolo più che studiandolo", ha poi aggiunto Sloan, che il nostro Paese lo conosce bene visto che da ormai qualche anno abita in Sicilia e per lavoro frequenta molto l’Italia. E gli italiani, quali sono gli errori più comuni che commettono nel parlare una lingua straniera? “Non userei la parola "errori – spiega riassumendo un po’ il 'succo' che traspare tra le righe del suo ultimo libro 'Real Life English' – spesso gli errori sono frutto di titubanze date dall’aver paura di buttarsi, che possono essere facilmente superate. Per imparare, e parlare, una lingua straniera, bisogna mettersi in gioco, sbagliare senza vergogna perché dagli errori si impara, senza fissarsi troppo sulla grammatica”.
Prima di Sloan, è andato in scena lo spettacolo “Come un passero sulla barra del doganiere” che ha visto gli studenti del Liceo Linguistico Scholl di Trento cimentarsi in poesie e brani con un approccio multilingue. Frase dopo frase, brano dopo brano, accompagnati da musiche, hanno raccontato e spiegato che chi studia le lingue, così come gli amanti innamorati, tende ad esplorare un mondo nuovo, quello dell’altro e si dimentica delle barriere, dei limiti. Si comporta in un certo senso come la natura, come il vento, la nebbia, le acque dei fiumi e del mare - che scorrono, soffiano e ricoprono, senza curarsi di alcuna barriera – o come il passero di una famosa poesia di Wislawa Szimborska, che si posa leggero sulla barra abbassata del doganiere, trovandosi ad avere “il becco ancora in patria e la coda già all’estero.” E così è felice.
La videointervista a Sloan:
Riprese, immagini e interviste a cura dell'Ufficio Stampa