
Weber, che è anche responsabile per l’Italia e vice coordinatore europeo dell’indagine Share “Gli ultracinquantenni in Europa”, ha messo in evidenza soprattutto l’incidenza dell’istruzione e delle condizioni socio-economiche sulle condizioni di fragilità del soggetto anziano. Per raccogliere i dati della ricerca Share, tra il 2004 e il 2015 sono stati intervistati più di 120.000 individui in venti paesi europei (più Israele). La dinamica dell’invecchiamento è stata così analizzata attraverso l’analisi della memoria, della forza di presa e della salute mentale. Da un insieme di dati è emersa con evidenza la relazione tra salute e alcune dimensioni socio-economiche quali appunto l’istruzione, il reddito e la ricchezza, Una relazione che si riflette sulla natura delle disuguaglianze nella salute che osserviamo ogni giorno. L’istruzione ad esempio si accompagna a maggiori capacità cognitive, ma anche ad un tenore di vita più alto.
I dati Share mostrano inoltre una progressiva diminuzione della forza di presa (sarcopenia) legata all’età, sia per gli uomini che per le donne. Proprio queste ultime, pur con una prospettiva di vita più lunga rispetto agli uomini, se hanno una bassa istruzione, si rivelano più fragili e con scarsa memoria. Quella legata alla memoria è un’abilità che risente fortemente del declino cognitivo in età avanzata e questo è uno dei motivi principali per cui molti anziani necessitano di cure e assistenza a lungo termine.