Alcune novità riguardano il personale e in particolare il numero delle assunzioni in deroga e la possibilità di introdurre degli incrementi stipendiali per il personale tecnico-amministrativo, senza modificare il vincolo sul contenimento della spesa complessiva. In aggiunta al turn over, previsto comunque al 100% del personale cessato (vincolo applicato anche per docenti e ricercatori), la proposta è di una deroga di 7 POE, mentre lo scorso anno il limite era stato fissato a 4 POE. L’Ateneo ha evidenziato la necessità di ampliare la propria dotazione di personale da destinare a laboratori di ricerca avanzata, alla sicurezza e al rispetto degli obblighi di legge relativamente agli immobili e ai sistemi informativi. Altre aree riguardano il consolidamento delle funzioni acquisti e gare, il reclutamento personale, la gestione privacy/legale, il trasferimento tecnologico, i rapporti con imprese, la gestione eventi, il supporto amministrativo ai Dipartimenti e i servizi didattici. Si prevede, inoltre, la sottoscrizione di un contratto collettivo integrativo per il periodo 2019-2021 che consenta, per il personale tecnico amministrativo e per i collaboratori esperti linguistici con anzianità di servizio minima, un adeguamento retributivo permanente finalizzato a ridurre il gap retributivo tra gli stipendi del personale amministrativo provinciale e quello dell’Università. Altre assunzioni sono previste per stabilizzazioni e per ricercatori a tempo determinato, in quest’ultimo caso purché siano cofinanziate da enti di ricerca nazionali o euro regionali. Per il personale dirigente e tecnico amministrativo è prevista l’applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale stabilita attraverso il rinnovo del contratto collettivo nazionale del prossimo triennio. Viene confermato il sistema di trattamento economico differenziato in relazione a criteri di merito individuali e degli strumenti di flessibilità gestionale delle prestazioni lavorative e il sistema premiale dei dirigenti basato sulla valutazione periodica.
Per quanto riguarda gli altri nodi dell’intesa, Università e Provincia puntano a qualificare la spesa dell’ateneo, mantenendo il rapporto fra costi istituzionali e costi totali almeno pari al 65%. Per costi istituzionali si intendono quelli per personale docente e ricercatore, gli interventi a favore di studenti, le borse di studio, gli assegni di ricerca, i servizi e gli acquisti a favore della ricerca e della didattica. Un altro punto d’interesse riguardala condivisione dei servizi con le società di sistema provinciale: se sussistono condizioni di efficacia, economicità e standard compatibili, l’Ateneo dovrà avvalersi dei servizi offerti dalle agenzie e dagli enti strumentali della Provincia. Inoltre, per acquisti di beni e forniture d’importo pari o superiore alla soglia comunitaria finanziati da risorse provinciali, l’Ateneo dovrà avvalersi delle convenzioni sottoscritte dall’APAC (l’Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti) e degli strumenti del mercato elettronico provinciale. Fuori da questi casi e per i contratti connessi all'attività di ricerca scientifica non standardizzati e non aggregabili, l’Università è autorizzata ad effettuare autonome procedure di gara anche per importi pari o superiori alle soglie comunitarie.