
Un pubblico numeroso e attento, ieri sera, ha raggiunto il santuario di San Romedio per il taglio del nastro del percorso espositivo permanente allestito dalla Soprintendenza per i beni culturali in tre ambienti al piano terra su progetto dell’architetto Roberto Festi e con il coordinamento scientifico di Salvatore Ferrari e di Ermanno Tabarelli de Fatis. Presenti al gran completo anche gli amministratori e i rappresentanti delle diverse realtà che hanno concorso, in uno spirito di rete, alla pluriennale campagna di restauri, riuso e riqualificazione alla quale tra l’altro si deve la restituzione alla fruizione pubblica dell’importante collezione di ex voto oggi riportati alla migliore leggibilità.
Dopo il saluto e i ringraziamenti rivolti all’amministrazione provinciale dal rettore padre Giorgio Silvestri e dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Trento, don Marco Saiani, sono intervenuti l’assessore provinciale al turismo Michele Dallapiccola, il vicepresidente del Consiglio regionale Lorenzo Ossanna, l’assessore alla cultura della Comunità della Val di Non Fabrizio Borzaga e la direttrice dell’APT Giulia Dalla Palma, evidenziando l’importanza dell’apertura di questi nuovi spazi espositivi per la crescita dell’offerta culturale e turistica del territorio. Erano presenti anche il sindaco di Sanzeno, il vicesindaco di Predaia e la presidente della Commissione Cultura del Consiglio provinciale Lucia Maestri. La direttrice Dalla Palma, in particolare, ha assicurato l’impegno per una campagna informativa e promozionale finalizzata a far conoscere a cittadini e residenti questo nuovo itinerario storico-artistico e devozionale, d’intesa con gli Enti territoriali e con la comunità dei Frati Minori Conventuali che dal 2005 custodisce il santuario e che in estate garantirà la presenza di nuovi operatori a disposizione dei visitatori.
Con parole di apprezzamento per il personale tecnico, scientifico e amministrativo della struttura provinciale, i progettisti e le ditte coinvolte nei lavori di riqualificazione degli spazi e di allestimento dell’itinerario, il soprintendente Franco Marzatico e l’architetto Roberto Festi hanno presentato le soluzioni museografiche individuate per raccontare la figura di Romedio e dei compagni Davide e Abramo, per illustrare il prezioso patrimonio di tavolette votive e per approfondire la storia del luogo prima e dopo la costruzione dell’eremo.
Accompagnati dai curatori, i presenti hanno quindi potuto prendere visione dei reperti più antichi, testimonianze materiali di diverse frequentazioni del luogo databili dra l’età romana e l’età moderna, soffermandosi poi sui piccoli ex voto anatomici custoditi in una vetrina della terza sala, e su quelli dipinti su legno o su tela, appesi alle pareti in gruppi che rimandano alle diverse occasioni dell’atto di riconoscenza per la grazia ricevuta: incidenti, malattie, incendi, guerre e calamità naturali, o altri impegni privati realizzati con l’aiuto della Madonna, di San Romedio o altri santi, cui si rivolgono, oranti e riconoscenti, donne e uomini, giovani e vecchi, nobili e contadini, laici e religiosi, come il Principe vescovo di Trento Cristoforo Sizzo de Noris, ritratto nel 1767 al cospetto di San Vigilio e di San Romedio. Il percorso offre inoltre la possibilità di confrontare le antiche iconografie di Romedio e del santuario, riprodotte su due espositori ad ante apribili, e di ammirare gli sportelli in legno e scagliola provenienti da un reliquiario del 1666 protetti da una teca di vetro e 4 affreschi staccati più di 80 anni fa dal sacello e trasportati su tela.