
"Milioni e milioni di persone muoiono prematuramente per malattie curabili e non si tratta solo di Paesi poveri: questo è la salute globale, o meglio questo non lo è", ha esordito il presidente dell'AIFA.
Stefano Vella ha poi precisato che, nell'ambito della salute, il Pil di uno Stato conta ma non è determinante. "L'America ad esempio è un Paese devastato dalle disuguaglianze; in alcune zone di Washington l'incidenza dell'HIV è più alta che in Botswana, per non parlare dell'obesità: circa il 40% dei bambini sono obesi".
Un altro esempio portato da Vella è la Grecia, dove la crisi ha letteralmente ucciso il sistema sanitario: "Sono rimasti senza farmaci, questo ha avuto molte conseguenze. C'è stato un picco di HIV e ciò è paradigmatico, ci mostra cosa può accadere a tutti noi".
Quello che è successo con l'AIDS, ha aggiunto il ricercatore, è un modello di salute globale: "Innanzitutto perché ci siamo uniti in tanti; poi perché sono stati coinvolti i pazienti e infine perché ha sollevato il problema della mancanza dei diritti umani e dell'accesso universale ai farmaci". Sempre parlando di AIDS, Vella ha spiegato che il virus ha infettato 80 milioni di persone nel mondo: 40 sono morte, 40 sono vive. "Ho ancora i brividi nel ripensare a quando venne scoperta la terapia antiretrovirale, fu una rivoluzione. Oggi l'aspettativa di vita di chi è sieropositivo è equiparabile a quella di chi non lo è. Questa è una vittoria di tutti".
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