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“Alla Fondazione Bruno Kessler”, spiega Fabio Remondino, responsabile dell’Unità di ricerca 3DOM (FBK), “abbiamo supportato la definizione dell’architettura della macchina fotografica, con la configurazione dei sensori e delle lunghezze d’onda dei filtri delle lenti, e soprattutto abbiamo sviluppato il software per gestire e processare le immagini ottenute durante i voli. Una fotocamera di questo tipo consente di acquisire immagini in numerose bande dello spettro, ciascuna caratterizzata da una diversa capacità di riflettere la radiazione incidente da parte del terreno. In questo modo si possono distinguere le diverse tipologie di coperture del suolo e, in particolare, valutare lo stato di sviluppo e di salute della vegetazione. Ora la fotocamera è disponibile in due versioni con differenti insiemi di filtri che, con il software, sono già sul mercato. Prima della vendita, ogni macchina fotografica passa nei nostri laboratori dove eseguiamo una calibrazione geometrica dei sensori e delle lenti per consentire elaborazioni più precise delle immagini. EOPTIS e SAL Engineering hanno richiesto di collaborare con noi grazie alla nostra esperienza nei settori di imaging, 3D e rilievi con i droni. Il progetto è un esempio di come una fruttuosa collaborazione interdisciplinare tra ricerca e industria possa trasformare idee e prodotti embrionali in risultati commerciali e competitivi.”.