
«Per me non è un record. È semplicemente il mio miglior tempo personale. La mia vita continua normale». Filippo Tortu, vent’anni, è il nome nuovo e il nome forte dell’atletica italiana. Lo scorso 22 giugno a Madrid con 9’’99 ha battuto il record di Pietro Mennea, di 10’’01, che resisteva dal 1979. Il velocista di Barletta, scomparso 5 anni fa a 61 anni, oro a Mosca nel 1980 nei 200 metri piani, e il giovane milanese di padre sardo (che è anche il suo allenatore) sono stati i protagonisti del filo ideale che ha annodato quarant’anni e più di storia dell’atletica italiana. Sul palco del Festival la moglie di Mennea, Manuela Olivieri: «Ho conosciuto Pietro quando aveva già smesso di fare l’atleta. Forse non sarebbe stato facile stargli accanto quando correva. Si applicava su tutto, Nello studio, nella professione, come nello sport. Dove era meticolosissimo. Viveva molto concentrato, come un frate trappista. Nelle sue agende annotava giornalmente i suoi carichi di lavoro sempre più pesanti e sorprendentemente alla data del record di 19’’72 nei 200 a Città del Messico nel 1979, scrisse solo: ore 15.20 – 19’’72». «Di Mennea mi piace quanto ha fatto da atleta, naturalmente – ha osservato il giovane Tortu – ma anche ciò che ha fatto oltre l’atletica. La sua eredità non è un macigno ma un traino. L’ho incontrato in Sardegna ma ero piccolo». «Mennea fece ripetere in modo inflessibile gli allenamenti dell’altro mio figlio, Giacomo, il maggiore» ha ricordato con nostalgia e ironia Salvino Tortu, padre di Filippo. Al Festival dello Sport, per ricordare Mennea, c’era anche uno dei suoi più grandi rivali, il giamaicano Don Quarrie. E c’erano anche i suoi compagni di staffetta ai mondiali di Helsinki del 1983. Stefano Tilli ricorda: «Eravamo compatti, carichi. Io avevo l’emozione di portare la staffetta a un campione come Mennea». E il compagno Carlo Simionato ha aggiunto: «Eravamo quattro caratteri diversi, Pietro era il nostro faro e noi non volevamo deluderlo». Il professor Antonio La Torre, neo commissario tecnico dell’Italia dell’atletica, ha spiegato con i numeri la forza di Tortu come erede di Mennea: «Al mondo ci sono 137 atleti scesi sotto i 10’’ nei 100 metri. Ma solo 13 hanno fatto registrare questo tempo a soli vent’anni. E Filippo è tra di loro. Oltre ad avere caratteristiche perfette per eccellere nei 200».