
Rossi ha anche ricordato che in Europa i tre territori Tirolo, Alto Adige e Trentino si pongono come un’unica realtà a difesa del territorio alpino e si assumono responsabilità comuni anche su temi sensibili come l’inquinamento, la mobilità, l’accoglienza dei profughi. Alla serata erano presenti il sindaco di Sanzeno Paolo Pellizzari, il rettore di San Romedio padre Giorgio Silvestri e Hans Staud, guida alpina e ideatore del cammino insieme al decano di Thaur, in Tirolo, Martin Ferner. Fra il numeroso pubblico anche Valentina Piffer, Segretario Generale dell’Euregio e il senatore Franco Panizza, che ha ricordato come la presidenza trentina dell’Euregio abbia favorito progetti culturali coinvolgenti per i giovani, unendo conoscenze e rinsaldando gli antichi legami tra la Val di Non e il Tirolo.
Consultando mappe e scritti Staud e Ferner, entrambi di Thaur, hanno dato vita al “cammino di San Romedio”, inaugurato nel 2014 in occasione dell’anniversario dei 50 anni della diocesi di Innsbruck, che si sviluppa lungo 180 chilometri. Il cammino ha inizio dalla chiesa barocca di San Romedio a Thaur, dove esiste una radicata tradizione del culto del santo (tanto che decine di abitanti di Thaur portano il nome Romedius) e toccando 7 passi per complessivi 9.600 metri di dislivello, si snoda non solo attraverso dolci vallate e città storiche, ma costituisce anche un impegnativo percorso di trekking. Affacciandosi a cime come il Monte Neve (punto più alto del cammino, con il valico a 2.700 metri di altitudine), chi lo percorre scende dalle rocce e conifere del Tirolo ai frutteti e vigneti dell’Alto Adige, per approdare negli ultimi metri di cammino ai 131 scalini di accesso al santuario di San Romedio, in Trentino. Un lungo tragitto, che rappresenta un'esperienza naturalistica unica e coniuga aspetti sportivi e turistici, ma soprattutto propone un cammino interiore e spirituale, con lo scopo di indurre in coloro che lo intraprendono, lontano dallo stress della vita quotidiana, una più profonda conoscenza di se stessi. Nella splendida cornice paesaggistica dell’Euregio si attraversano regioni di lingua tedesca e di lingua italiana, alla scoperta del nesso e dell’unità culturale tra i territori del Tirolo storico, sulle orme del Santo Romedio, giunto in romitaggio nella fredda gola chiamata “la forra”, dove oggi su uno sperone di roccia si erge il suggestivo omonimo santuario. Secondo la tradizione, Romedio nacque nel castello di Thaur ricevendo dai genitori un’educazione cristiana che generò in lui copiosi frutti. La leggenda narra che dopo la morte dei genitori, Romedio, accompagnato dai suoi fedeli compagni Abramo e Davide, si recò in pellegrinaggio a Roma sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, esperienza che sicuramente rafforzò in lui l’intenzione di consacrarsi a Dio. Romedio non fece più ritorno a Thaur, ma rimase nella Diocesi di Trento donando i propri beni materiali ai principati vescovili di Trento e Augusta. Con il benestare del Vescovo di Trento, del quale presumibilmente era amico, si ritirò quindi in Val di Non, che faceva parte della diocesi tridentina e dove, il 29 maggio 397, i missionari Sisinio, Martirio e Alessandro avevano subito il martirio mentre annunciavano il vangelo alle genti del luogo. Vicino al posto in cui i tre giovani erano stati uccisi, Romedio trovò un luogo adatto per stabilirvi il suo romitaggio. San Romedio viene raffigurato solitamente con il bastone e la conchiglia del pellegrino e spesso anche in compagnia di un orso ed è patrono protettore dei pellegrini e degli escursionisti. L'evento di ieri sera è stato promosso dal GECT Euregio in collaborazione con il Comune di Sanzeno e il Centro culturale d'Anaunia Casa de Gentili. (sm)
Fotoservizio e filmato a cura dell'Ufficio Stampa