Domenica, 10 Ottobre 2021 - 16:37 Comunicato 2900

Il calcio femminile finalmente in chiaro

I giornalisti Cristina Fantoni e Giulio Saetta intervistano tre protagoniste del calcio italiano femminile: Francesca Brienza, commentatrice di La 7, Ludovica Mantovani, presidente della Divisione Calcio Femminile Figc e Beatrice Merlo, calciatrice dell’Inter. Si parla di una nuova era del gioco del calcio, iniziata con la partecipazione e la performance della Nazionale femminile al Mondiale 2019. Si parla inevitabilmente anche di comparazione tra calcio al maschile e femminile, ma soprattutto dei progetti ambiziosi per far crescere questo nuovo movimento fin dal settore giovanile. La Federazione sogna in grande e guarda lontano verso un unico orizzonte: diffondere sempre di più la passione per questo sport.

Questa, per la Nazionale di Calcio femminile italiana, sarà una stagione spartiacque. Ludovica Mantovani, presidente della Divisione Calcio Femminile Figc, la definisce “una stagione piena di emozioni, che porterà la nostra Nazionale al prossimo Europeo”. Ma non solo. Per la Serie A femminile c’è il passaggio al professionismo da parte delle calciatrici. Questo porterà all’ideazione di nuovi format per dare sostenibilità ad passo così importante, come creare un vero e proprio “brand" attorno alle ragazze che vanno in campo. 

La giornalista e conduttrice Francesca Brienza, impersona bene questo nuovo volto del calcio: passione, determinazione ed eleganza. Per questo campionato infatti, La 7 trasmetterà una partita di livello a settimana, una scommessa apprezzabile dell’emittente, quella di proporre il calcio femminile in chiaro, di poter sentirlo raccontare da chi lo vive e lo racconta tutti i giorni. I tempi sono maturi, il momento è quello giusto, anzi forse siamo un po’ in ritardo.

Di certo si va ad esplorare un campo nuovo e gli stessi club che hanno scelto di andare in chiaro si devono abituare a questa nuova realtà, ma è un assist fondamentale per lo sviluppo del movimento fatto di numeri ma anche di persone. 

La conduttrice di La7: “Nel guardare le partite di calcio femminile, mi ha colpito ritrovare una certa “purezza”, quel piacere di guardare il calcio giocato sui campetti dai ragazzini. Intravedo alcune sfumature che possono proiettare lo spettatore nel calcio quello puro e più vero. E’ comunque una realtà che sta nascendo e mi auguro che diventando più grande e importante si meriti più attenzione. E’ una sfida ma che abbisogna semplicemente di abituare il pubblico. La competizione e i gesti tecnici sono uguali tra calcio maschile e femminile e per chi ama il calcio l’interesse dovrebbe essere identico”.

Competizione, sostenibilità e spettacolo sono alla base del cambio di format che porterà al professionismo le ragazze del calcio femminile in Italia. La presidente Mantovani: “La competizione deve diventare competitività, lo sport deve diventare sempre più avvincente. Abbiamo voluto ispirarci all’unico campionato professionistico puro che attualmente è l’Inghilterra. Andiamo verso una Serie A a dieci squadre con tre retrocessioni. E’ un passaggio importante per il calcio femminile, una accelerazione che va gestito al meglio”.

Sulla capienza degli stadi, l'architetto Ludovica Mantovani auspica la progettazione di nuove strutture: “Le partite di cartello possono essere disputate in grandi stadi ma si pensi alla costruzione di mini stadi che contengano sui 3000-4000 posti. Ci sono già dei progetti in atto in tal senso. Siano comunque pensate come strutture affascinanti che attirino e comunichino la voglia di tornarci”.

A proposito di obiettivi, la Federazione punta a raddoppiare le tesserate del settore giovanile scolastico. L’inizio di un progetto parte dalla base.

A proposito di sogni, c’è quello Champions, che nel calcio non ha genere. Il 13 ottobre si giocherà all’Allianz di Torino per la Champion League, Juventus - Chelsea, una sfida avvincente e un’occasione unica per colmare il gap con il resto d’Europa. La Federazione, in verità, crede in grandi eventi come questo, anche se prima c’è la necessità di strutturarsi al meglio. L’obiettivo comunque è sempre quello, diffondere sempre di più la passione per questo sport.

Dalle parole al campo, presente anche Beatrice Merlo, classe 1999, calciatrice dell’Inter, fresca di rinnovo e legata fino 2024 alla società milanese, ha iniziato a giocare ad un calcio di livello fin da giovanissima e si ritrova già con un bel bagaglio d’esperienza. “Dalla mia convocazione in Nazionale maggiore, ero timorosa e timida perché ero la più piccola, ma le mie compagne mi hanno fatto sentire parte del gruppo e una pedina fondamentale”. La calciatrice descrive uno spogliatoio femminile, che è molto diverso da quello maschile: “Per quello che abbiamo passato, noi donne non abbiamo bisogno di essere spronate, perché abbiamo guadagnato tutto con il sudore. Di cattiveria ne abbiamo!”

Ci si auspica che fra qualche anno, la platea del calcio femminile, dalle allenatrici alle giocatrici, si allarghi. Ci si augura un cambiamento già dai prossimi anni sulle panchine. Dopo una fase di delusione, la rinascita. Prima il Mondiale 2019, poi l’Europeo 2021, hanno riacceso il sentimento patriottico nei confronti dello sport nazionale, anche se  - come afferma Francesca Brianza - viviamo fasi alterne, guardando questo sport siamo sempre troppo esigenti e abbiamo aspettative sempre troppo importanti nei confronti di questi ragazzi che danno l’anima”.

(ds)


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