European Large Families Confederation (Elfac) è una confederazione che raccoglie associazioni di famiglie numerose di 20 paesi europei, dalla Lettonia a Cipro, dal Portogallo alla Grecia. Paesi molto diversi per economia, storia e cultura, ma che condividono un valore: la famiglia numerosa (e non solo) come bene da tutelare e valorizzare. “Siamo una rete, un laboratorio e uno spazio di condivisione di progetti e buone prassi - spiega Regina Maroncelli, vice presidente di Elfac -. L’incontro con la Provincia di Trento e il suo impegno per il benessere della famiglia è stato inevitabile: nel modello dei Comuni Amici abbiamo ritrovato la centralità sociale della famiglia, il family mainstreaming, l’importanza di servizi che rendano più semplice il già difficile compito dei genitori. Trento sostiene la famiglia perché in essa riconosce l’ambiente migliore per la formazione delle nuove generazioni, la base sociale della compattezza e dello sviluppo di un territorio, qualcosa che noi affermiamo da sempre quando diciamo che la famiglia, in particolare quella numerosa, è il vero tesoro d’Europa”.
In un’Italia alle prese con un’agenda politica dettata da emergenze e in continua rimodulazione, c’è chi lavora con continuità a progetti che vedono le persone al centro della politica e al centro delle politiche dell’amministrazione pubblica. E’ il caso di Carlo Dionedi, vicepresidente dell’Associazione nazionale Famiglie Numerose, il quale sottolinea come la creazione del Network nazionale “Comuni Amici della Famiglia” ha aggregato in breve tempo molte amministrazioni comunali della Penisola: “L’adesione trasversale dimostra che il modello trentino è in grado di rispondere alla richiesta di un nuovo welfare familiare, fondato non più solo su un principio di assistenza, ma su quello vitale della promozione della famiglia come soggetto moltiplicatore di benessere economico e sociale. E la collaborazione con l’Associazione nazionale Famiglie Numerose è certamente l’idea vincente per diffondere questa nuova cultura”.
Un’idea condivisa da Regina Maroncelli di Elfac: “La scelta di lavorare insieme per il riconoscimento di un modello rispettoso della famiglia è ineluttabile. Elfac può contribuire a raccogliere ulteriori consensi in un continente europeo alle prese con i primi rigori dell’inverno demografico, invecchiato e impaurito di fronte alla pressione dell’immigrazione. Il network europeo che insieme stiamo costruendo ci permetterà di diffondere e rafforzare questo modello, la necessità di distinguere politiche sociali da politiche di sviluppo per la famiglia perché, e lo abbiamo capito in quasi 15 anni della nostra storia, le famiglie da Nord a Sud sono diverse ma hanno lo stesso diritto a una vita serena dove crescere i propri figli, il nostro futuro”.
L’Agenzia per la famiglia di Trento è il partner scelto anche da Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Sardegna, rappresentata oggi da Gian Battista Ledda alle Politiche sociali. “L’obiettivo - sottolinea Ledda - è la promozione di politiche organiche per le famiglie nei 377 Comuni sardi. L’ambizione è quella di arrivare ad una legge sulla famiglia, sui servizi per la prima infanzia, sui tempi delle donne che sia l’argine più forte ad uno dei problemi centrali della nostra terra: lo spopolamento, la denatalità, la questione demografica”.
Al pari di altre nazioni ed aree d’Italia e dell’Europa, la Sardegna soffre di una drammatica crisi demografica che si traduce nello spopolamento di molti paesi e comunità. Una risposta adeguata - secondo Ledda - è la creazione di ‘politiche a mosaico’ in grado di dare risposte a questa istanza che viene dal profondo della società sarda. Solo attraverso adeguate politiche per la famiglia si potrà dare un futuro alla Sardegna, così come al resto dell’Italia e dell’Europa”. Ledda ha chiari i punti da cui partire: dai bonus bebè, realizzato da alcune amministrazioni, ad un sistema diffuso di asili nido, al progetto di baby point (punti di allattamento per mamme e papà). “Il traguardo - conclude Ledda - è una legge sarda sulle famiglie, intese nella sua accezione più ampia, riferita, dunque, a quella sulle unioni civili, alle ragazze madri e in grado di dare risposte concrete a bisogni variegati che la società contemporanea ha acuito”.