
"Il cyberbullismo è una forma ancora più insidiosa di bullismo: i cyberbulli possono nascondersi facilmente dietro l'anonimato offerto da internet e possono comunicare i loro messaggi offensivi a un pubblico molto più vasto con notevole velocità. Inoltre questa forma di bullismo può essere più facilmente nascosta al mondo degli adulti, data la generale maggiore competenza tecnologica dei ragazzi rispetto ai genitori - prosegue l'assessore Bisesti -. Purtroppo sappiamo che la potenza del web rende gli insulti decisamente più deleteri. Ogni giorno in molte scuole si registrano episodi di cyberbullismo: i sondaggi rilevano che un ragazzo su quattro in Italia tra gli 11 e i 17 anni è stato coinvolto. Non si tratta di un fenomeno nuovo, ma negli ultimi anni si riscontra l’abbassamento dell’età: prima il bullo aveva dai 14 ai 16 anni; ora si inizia già tra i 7 e gli 8 anni".
Per questo è necessario monitorare costantemente e prestare grande attenzione ai campanelli di allarme: "Intervenire tempestivamente è molto importante, agendo sia sulla vittima sia sul bullo perché sono entrambi espressioni, uguali ma opposte, di un profondo disagio affettivo e relazionale - aggiunge l'assessore provinciale -, perché i protagonisti del fenomeno non sono soltanto il bullo e la vittima, ma bisogna tener presente anche coloro che sono a conoscenza e non intervengono. Da parte degli adulti occorre poi sviluppare un clima di fiducia, affinché i ragazzi e le ragazze vittime, o a conoscenza di violenze sui loro compagni, si affidino senza timore. Nessun adolescente può affrontare e risolvere il problema del cyberbullismo da solo, ma sappiamo che all’interno delle nostre scuole sono diffuse le competenze e le sensibilità che permetteranno di avere la meglio su un fenomeno così pervasivo e dannoso per i nostri giovani".
In quest'anno poi, in cui è stato avviato un percorso di educazione alla cittadinanza, questi aspetti sono ancora più cruciali: "Alle ragazze e ai ragazzi si può insegnare a non lasciare soli i loro compagni vittime della violenza dei bulli - sono le conclusioni dell'assessore Bisesti -, un cittadino è tale se si assume la propria responsabilità nella comunità".