Il materno infantile è un ambito dell’assistenza sanitaria che necessita ancora oggi, a livello globale, di una particolare attenzione in termini di sicurezza alla luce del significativo impatto sullo stato di salute fisico e psichico a cui potrebbero essere esposti donne e neonati quando ricevono cure non sicure. Nell'ultimo anno le cure materne e neonatali hanno risentito in modo particolare degli effetti dell’importante riorganizzazione dei servizi sanitari dovuta all’emergenza Covid-19 ed è stato necessario rivedere i percorsi di presa in carico delle donne in gravidanza. Le donne e le famiglie hanno visto limitati importanti momenti di condivisione – dai controlli della gravidanza ai corsi pre parto – ma Apss si è spesa al massimo per evitare che l’emergenza Covid relegasse sullo sfondo il momento della nascita, per garantire sempre cure appropriate a tutte le donne e offrire informazioni adeguate per consentire loro scelte consapevoli e il più possibile personalizzate.
Nascere in sicurezza in Trentino
In Trentino da diversi anni è stato introdotto il percorso nascita, un modello di assistenza innovativo che accompagna la donna per tutta la gravidanza (e oltre) e promuove il benessere della mamma, del neonato e della famiglia nel suo insieme. Tutte le donne che lo desiderano vengono prese in carico dal momento della positività del test e fino a due mesi dopo il parto. Viene assicurato un primo incontro entro sette giorni dalla chiamata al Cup e, successivamente, vengono automaticamente fissati tutti gli appuntamenti successivi necessari (visite ed ecografie), secondo quanto previsto dai Lea (Livelli essenziali di assistenza).
Il percorso nascita è caratterizzato da una presa in carico precoce della donna e dalla continuità assistenziale garantita dall’ostetrica «dedicata» che opera, in particolare in presenza di gravidanza a rischio, in collaborazione con altri professionisti secondo percorsi condivisi, allo scopo di standardizzare le attività, ottimizzare le risorse e le tempistiche, garantire un livello di assistenza omogeneo sul territorio. Il percorso nascita territoriale risponde all’esigenza di garantire, attraverso l’integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali, la qualità, la sicurezza, l’appropriatezza degli interventi, la continuità assistenziale ostetrica e l’umanizzazione della nascita.
Punto di forza del modello trentino è aver valorizzato l’assistenza nella comunità di appartenenza della coppia così da assicurare la prossimità dei servizi e il riconoscimento del valore sociale della maternità, mantenendo una forte integrazione con la rete dei punti nascita.
Il modello adottato ha permesso di raggiungere delle ottime performance sia in relazione ai dati clinici di esito sia all’esperienza percepita dalle donne, come documentato dai report elaborati da soggetti esterni ad Apss che monitorano in modo sistematico quegli indicatori individuati da linee guida nazionali e internazionali come esemplificativi della qualità dell’assistenza erogata. Il percorso nascita trentino è stato inserito tra le buone pratiche riconosciute dal Sistema nazionale linee guida dell’Istituto superiore di sanità.
La volontà di garantire cure materne e neonatali rispettose e appropriate rientra tra le motivazioni che hanno portato Apss a richiedere la certificazione da parte di Unicef «Ospedali e comunità amiche del bajmbino» (BFHC), con un coinvolgimento non solo dell’ospedale Santa Chiara già certificato, ma di tutti i punti nascita e di tutto il territorio.
Cosa dicono gli enti certificatori: gli indicatori clinici
L’individuazione e il monitoraggio di indicatori clinici permettono di conoscere e divulgare la modalità con cui in Apss vengono assicurate le cure materne e neonatali in linea con le principali raccomandazioni e linee guida internazionali e nazionali. Secondo i dati del Sistema di valutazione della performance dei sistemi sanitari regionali del Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in Trentino solo il 14,66% dei parti sono cesarei (vedi grafici allegati). Ricordiamo che la mortalità e le complicanze per taglio cesareo in una gravidanza fisiologia sono maggiori rispetto a quelle attese in caso di parto spontaneo. Il ricorso al taglio cesareo in assenza di complicanze della gravidanza o del parto che ne giustifichino ragionevolmente il ricorso ha delle ricadute sulla salute riproduttiva della donna e sulle successive gravidanze. Per nessuna ragione il ricorso al taglio cesareo deve essere giustificato da scelte organizzative.
Molto bassa anche la percentuale di episiotomie (il cosiddetto «taglietto») durante il parto, con un 11,03%. Per anni è stata applicata la pratica dell’episiotomia come modalità di prevenzione dei danni al pavimento pelvico, mentre le attuali evidenze scientifiche hanno dimostrato come il ricorso sistematico a tale pratica possa essere la causa stessa di tali complicanze. Assicurando una conduzione del travaglio e del parto rispettosa della fisiologia e degli standard previsti dalle «Cure amiche della madre» si promuove il contenimento del ricorso all’episiotomia alle sole situazioni per cui esistono le indicazioni.
Cosa dicono le donne: indagine sul percorso materno infantile
Chi meglio delle mamme o future mamme può valutare la qualità dei servizi offerti all’interno del percorso materno infantile? Per la prima volta le donne, e il loro punto di vista, sono state al centro di un’indagine conoscitiva proposta da Apss in collaborazione con la Pat e il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha raccolto (e continua a raccogliere) direttamente dalla voce delle donne l’esperienza vissuta durante la gravidanza fino al primo anno di vita del bambino, per capire dove è possibile migliorare.
Dalle risposte delle donne emerge una buona soddisfazione circa le informazioni ricevute al primo colloquio, dove viene proposto loro di essere prese in carico dal Servizio pubblico attraverso il percorso nascita (garantendo così appropriatezza e tempestività della cure offerte). I dati raccolti nel secondo e terzo trimestre di gravidanza dicono poi che le donne hanno fatto gli esami previsti senza attese e sono state coinvolte nelle scelte relative al loro percorso di gravidanza, a dimostrazione di come vengano garantite accessibilità e appropriatezza delle cure, due cardini del sistema così come il coinvolgimento e il rispetto delle scelte individuali.
Nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia si è lavorato per garantire comunque e in sicurezza (nei limiti del possibile) l’applicazione delle pratiche previste dalle «Cure amiche della madre e del bambino» (BFHC): la presenza di una persona di fiducia durante il travaglio e il parto, il contatto «pelle a pelle» e il rooming in (bambino nella stanza della madre).
Le donne si dimostrano soddisfatte anche per la chiarezza delle informazioni ricevute al momento della dimissione sulla gestione del neonato a casa e sui servizi territoriali a disposizione, così come dicono di aver avuto un’esperienza positiva nei vari punti nascita, sia in termini di assistenza ricevuta sia di rapporto con il personale.
Le iniziative
In occasione della Giornata mondiale della sicurezza del paziente la sede centrale di Apss sarà simbolicamente illuminata di arancione. È stato inoltre realizzato (sarà diffuso il 17 settembre tramite diversi canali) un video per richiamare l’attenzione sull’importanza di garantire cure tempestive e appropriate nell’ambito materno infantile.
In allegato alcuni grafici (Sistema di valutazione delle performance dei sistemi sanitari regionali e Indagine sul percorso materno infantile - Laboratorio Management e Sanità Sant’Anna Pisa)