Alla presentazione di stamani hanno preso parte il Dirigente del Servizio Politiche sociali e abitative della Provincia Luca Comper, Giuseppe Sciortino, sociologo dell'Università di Trento, Alessandro Martinelli, Direttore del Centro diocesano per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso e i curatori del Rapporto, Serena Piovesan e Paolo Boccagni dell'Università di Trento e Maurizio Ambrosini, docente dell'Università di Milano.
L'occasione ha consentito in primo luogo di produrre una "fotografia aggiornata" dell'immigrazione in Trentino. Per quanto riguarda le provenienze dei "nuovi trentini", al primo posto si collocano i cittadini originari della Romania con 8.545 presenze, seguiti da quelli dell'Albania , del Marocco e della Macedonia. Più di un quarto – circa 13.000 persone – è residente nel comune capoluogo. Quasi metà degli stranieri ha meno di 30 anni. Nelle scuole del Trentino si è passati dai 1.355 alunni con cittadinanza non italiana dell'anno scolastico 1998/99 agli 8.859 del 2010/11, con un'incidenza sul totale degli alunni passata dal 2% al 10,8%.
Sul piano economico, nonostante la crisi, i segnali sono contrastanti: aumentano infatti contemporaneamente, come nel 2009, sia l'occupazione sia la disoccupazione dei lavoratori immigrati. Gli occupati nel 2010 crescono di 800 unità, pari a +4,2% rispetto al 2009. La stima del numero di disoccupati registra una crescita di 1.000 unità, pari a +47,6% rispetto al 2009. In crescita anche il lavoro autonomo.
Molti i temi anche specifici emersi nel corso della mattinata, fra cui il benessere delle assistenti familiari, a cui e legato strettamente il benessere degli assistiti, e soprattutto la condizione delle seconde generazioni, che dagli studi sembrano sviluppare comunque un forte senso di appartenenza al Trentino.
"Fra i nuovi impegni che ci siamo assunti - ha detto l'assessore Beltrami, richiamando anche l'incontro avuto ieri a Roma con il ministro Riccardi, - , la campagna sull'accoglienza dei profughi, per i quali abbiamo richiesto la possibilità di accedere a un anno di permesso di soggiorno per dimostrare il proprio status, la cittadinanza dei bambini, figli di immigrati, nati sul nostro suolo, la velocizzazione delle pratiche per il permesso di soggiorno, che oggi rappresentano un costo spesso esagerato a carico del richiedente. Lavorare in sinergia con il governo nazionale su queste tematiche ci dà molta più forza che in passato. Indispensabile anche la collaborazione fra le diverse realtà del tessuto sociale ed economico del Trentino, anche perché, ad esempio, un'impresa artigiana su 10 oggi è di un 'nuovo trentino', e analoghe percentuali le ritroviamo anche in altri settori. Cresce inoltre la presenza di persone di origini straniere nelle associazioni di volontariato, come i Vigili del fuoco volontari e la Croce rossa. Importante infine la collaborazione con la Diocesi,che con iniziative come la Festa dei popoli, crea 'tessuto', coesione, e favoriscono il dialogo interreligioso. Per queste ragioni Il ministro ha assicurato una sua prossima visita al Trentino, per partecipare al Forum sulla solidarietà internazionale, ma anche per incontrare le associazioni di nuovi trentini, realtà che dimostrano come si possa conservare un'appartenenza alla propria cultura di origine senza chiudersi in 'difesa' ma anzi aprendosi al confronto e dando un contributo concreto alla crescita della società di accoglienza."
Luca Comper ha ricordato come le politiche migratorie poste in essere in Trentino si inquadrino nella riforma più generale del welfare provinciale. Il tutto si inserisce a sua volta in un quadro di finanza pubblica che non prevede una crescita delle risorse a disposizione. Anche per questo è tanto più significativo coltivare un modello di intervento basato su una stretta sinergia fra intervento pubblico e privato-sociale. Fra le nuove problematiche, quella riguardante l'arrivo anche in Trentino di minori stranieri non accompagnati, per i quali si sta elaborando un modello di accoglienza basato sulla disponibilità di famiglie disposte a riceverli.
Giuseppe Sciortino ha spostato l'attenzione sul mondo della scuola, oggetto di una ricerca dell'Università di Trento condotta nelle scuole superiori e nelle classi dove fossero presenti almeno due studenti stranieri, durata 5 anni ("la prima di questo genere in Italia, che ha coinvolto tutti, non solo gli stranieri - fossero essi nati in Trentino o all'estero - ma anche i loro compagni di nazionalità italiana e tutto il corpo docente"). Dalla ricerca la scuola ne esce come un luogo di convivenza, dove i nuovi trentini elaborano le loro nuove identità, senza rinunciare a quelle dei paesi di provenienza. Molto basso risulta essere in particolare il rischio della formazione di "subclassi" separate, definite dall'appartenenza religiosa o in senso lato politica. In generale, come spiegato da Sciortino, i giovani di origini straniere sono prima di tutto degli adolescenti, con tutte le caratteristiche della loro classe di età. Ad incidere, invece, possono essere due fattori: innanzitutto la famiglia di appartenenza, che spesso è una famiglia numerosa (e/o anche di tipo monoparentale) ed economicamente non-agiata; in secondo luogo il fatto di essere nati in Trentino o in un altro paese (chi è nato in Italia ha gli stessi comportamenti dei coetanei trentini, anche per quanto riguarda le relazioni amicali o affettive, per chi è nato all'estero, invece, dipende da quanto tempo ha vissuto all'estero e da quanto tempo si è trasferito in Trentino).
Ci sono tuttavia anche aree "grigie": i figli degli immigrati hanno maggiori difficoltà scolastiche, che poi possono diventare anche lavorative.
In ogni caso, ha concluso Sciortino, "non c'è motivo di temere fenomeni di segregazione o separazione, le classi trentine sono sufficientemente coese. Le definizioni identitarie sono aperte ed in generale non si guarda nemmeno agli stranieri come a portatori di una sorta di esotismo. I figli dei nuovi trentini, insomma, vengono considerati trentini come tutti gli altri".
La mattinata è proseguita con la presentazione delle altre relazioni e dei contenuti specifici del Rapporto. Sintesi delle relazioni e il testo completo sono a disposizione sul sito del Cinformi: http://www.cinformi.it/
Schede di sintesi: L'Immigrazione in Trentino, rapporto 2011
Il profilo sociodemografico dei "nuovi trentini"
Sono 48.622 i cittadini immigrati che risiedono in Trentino al primo gennaio 2011. L'incidenza degli stranieri sulla popolazione residente è del 9,2%, superiore alla media nazionale che arriva al 7,5%. Inferiore rispetto al dato nazionale (che è pari a +7,9%) è stato l'aumento dei residenti stranieri in Trentino rispetto all'anno precedente, attestatosi a +5,6%. I maggiori tassi di aumento sono da attribuire ai flussi migratori provenienti dalla Moldova, dalla Federazione russa, dal Pakistan e dall'Ucraina. Per quanto riguarda le provenienze dei "nuovi trentini", al primo posto si collocano i cittadini originari della Romania con 8.545 presenze, seguiti da quelli dell'Albania a quota 7.004, del Marocco con 4.877 presenze e della Macedonia a quota 3.556. Relativamente alla distribuzione territoriale, è di cittadinanza non italiana un abitante su dieci della Valle dell'Adige, della Valle di Non, dell'Alto Garda e Ledro e della Vallagarina. Degli immigrati presenti in Trentino più di un quarto – circa 13.000 persone – è residente nel comune capoluogo. Quasi metà degli stranieri ha meno di 30 anni e anche nella popolazione dei giovani adulti, fra i 30 e i 44 anni, la popolazione di origine straniera è ampiamente rappresentata. Per quanto riguarda i motivi dei permessi di soggiorno prevale il lavoro; seguono famiglia e studio.
La casa e l'"abitare" dei cittadini immigrati
Nel corso del 2010 le domande idonee di locazione di un alloggio pubblico nella provincia di Trento presentate da cittadini comunitari sono state 1.038; quelle in capo a cittadini non comunitari, invece, sono state 731. Per quanto riguarda le domande idonee per il contributo integrativo al canone di locazione, nel 2010 ne sono state registrate 251 da parte di cittadini comunitari e 286 da parte di cittadini non comunitari. A fronte di un fabbisogno che oltrepassa il 50% del totale, la quota di assegnazioni di alloggio riservata ai non comunitari è inferiore al 10% del totale.
La cittadinanza economica
Aumentano contemporaneamente, come nel 2009, sia l'occupazione sia la disoccupazione dei lavoratori immigrati. Gli occupati crescono di 800 unità, pari a +4,2% rispetto al 2009. La stima del numero di disoccupati registra una crescita di 1.000 unità, pari a +47,6% rispetto al 2009.
Malgrado la crisi, le assunzioni di cittadini immigrati nell'ultimo anno sono aumentate e non diminuite, andando a rappresentare un terzo del totale degli avviamenti in Trentino. Gran parte delle assunzioni si riferiscono ad attività stagionali, in particolare settore agricolo e comparto turistico-alberghiero.
Quasi un infortunio su quattro colpisce un lavoratore immigrato e quasi un terzo degli infortuni si riferisce a due settori: industria manifatturiera e costruzioni.
Per quanto riguarda il lavoro autonomo, al 30 settembre 2011 si registrano in Trentino 4.721 persone nate all'estero che ricoprono delle cariche in un'impresa. I soli titolari sono 2.374, in lieve aumento rispetto a settembre 2010 (+5,9%) malgrado la congiuntura sfavorevole. La crescita più significativa si registra nel settore degli alberghi e ristoranti (+16,5%). I titolari nati all'estero continuano ad essere concentrati in edilizia (quasi il 40%) e in secondo luogo nel commercio (25%).
Le "seconde generazioni"
Sono quasi novecento i bambini di origine immigrata nati nel corso del 2010 in Trentino, pari al 16,4% dei nati da residenti. L'incidenza dei "nuovi italiani" sulle nuove nascite è quasi doppia rispetto al loro peso demografico. La presenza delle "seconde generazioni" di immigrati in senso stretto corrisponde al 13,8% dei residenti stranieri in provincia.
Gli studenti di origine straniera
Nel sistema scolastico italiano la presenza di alunni con cittadinanza non italiana è una realtà strutturale e consolidata e in continua crescita, anche se negli ultimi anni si è registrato un rallentamento nei tassi di incremento. Nelle scuole della provincia di Trento si è passati dai 1.355 alunni con cittadinanza non italiana dell'anno scolastico 1998/99 agli 8.859 dell'a.s. 2010/11, con un'incidenza sul totale degli alunni passata dal 2% al 10,8%. Rispetto all'anno scolastico precedente, nell'a.s. 2010/11 la crescita degli alunni stranieri è del 4,6%; si evidenzia in particolare nel caso dei primi ordini scolastici e per la prima volta dopo molti anni non riguarda le scuole secondarie di secondo grado, dove si registra un calo del 2,2%. Risulta nato in Italia, seppure da genitori stranieri, il 47,6% degli alunni con cittadinanza non italiana inseriti nel sistema scolastico provinciale. Oltre il 60% degli studenti stranieri frequenta gli istituti tecnici e professionali; il 32% sceglie invece di frequentare un liceo.
I matrimoni misti
In Trentino i matrimoni con almeno uno sposo straniero celebrati nel corso del 2010 sono stati 251, dei quali 41 unioni tra sposi stranieri, 21 tra uno straniero e un'italiana e 169 tra una straniera e un italiano. Si tratta del 15,3% dei matrimoni celebrati in provincia.
Immagini a cura dell'Ufficio stampa.
Intervista audio all'assessore Lia Giovanazzi Beltrami. -