L'accordo tra Soccorso alpino provinciale e l'Anef (l'Associazione degli esercenti funiviari) costituisce un significativo passo verso la standardizzazione delle procedure di soccorso sugli impianti di risalita del Trentino. Con la firma dell'accordo tutti gli esercenti funiviari potranno avvalersi della competenza e della professionalità del Corpo provinciale del Soccorso alpino, che come noto è formato da esperti abituati ad intervenire nelle più disagiate situazioni. In pratica basterà una chiamata al 118 per attivare l'intervento che sarà successivamente organizzato da parte delle società funiviare.
Da ricordare che sui circa 250 impianti di risalita funzionanti in Trentino gli incidenti dovuti al fermo degli impianti sono rarissimi e si possono contare, annualmente, sulle dita di una mano, con una percentuale pertanto molto bassa. Fra questi quelli di fatto che determinano lo sgombero forzato dell'impianto e quindi, come nel nostro caso, l'intervento dei soccorritori in linea, si è presentato in misura significativa solo tre volte negli ultimi 20 anni. Ciò non significa che non si debbano in ogni caso garantire le più ampie condizioni di sicurezza, di velocità e di comodità degli interventi.
La reale possibilità che questo possa accadere è peraltro legata anche alle condizioni tecniche degli impianti di trasporto che in Trentino sono però rassicuranti:
- in primo luogo perché gli uffici provinciali provvedono ad un controllo sistematico di tutto il sistema impiantistico, con frequenti visite periodiche sul controllo dell'efficienza tecnica e sul rispetto della normativa che disciplina il settore;
- in secondo luogo perché il parco macchine, cioè i 243 impianti di risalita, è uno fra i più moderni in assoluto, con impianti la cui anzianità media è molto bassa (valore mediano pari a 14 anni) e soprattutto con una percentuale di agganciamenti automatici, cioè di impianti tecnologicamente più avanzati, che supera il 33% del totale. In pratica il valore più alto, assieme all'Alto Adige, nell'intero territorio alpino.
Per quanto riguarda invece la georeferenziazione di tutti gli impianti di risalita trentini con la rilevazione del posizionamento tramite GPS, va rilevato come questa costituisca un primo approccio a livello nazionale che consente di individuare e catalogare anche gli ostacoli al volo.
La rappresentazione tridimensionale 3D RTE (3D Real Time Exploration) già usata da enti e strutture pubbliche e private del settore turistico, ma anche e soprattutto dai 17 servizi regionali del Corpo nazionale di soccorso alpino, viene per la prima volta implementata anche con i dati del posizionamento degli impianti del Trentino, garantendo una facile e veloce localizzazione soprattutto in condizioni critiche in cui vi è la necessità di un pronto intervento anche nell'ambito delle operazioni di protezione civile. Se a questo aggiungiamo che sul server che gestisce il sistema vengono caricati anche i piani di soccorso, con tutte le indicazioni necessarie per l'effettuazione degli interventi, si fa presto a capire come il tutto costituisca un'ampia garanzia di sicuro ed efficacie intervento nei minimi tempi necessari. Questo nuovo sistema costituisce uno strumento agile e veloce che supporta la sicurezza al volo degli operatori trentini (ad esempio il nucleo elicotteri dei vigili del fuoco), poiché consente di conoscere direttamente in volo e su supporto informatico, l'esistenza di ostacoli quali le funi, le stazioni e i piloni degli impianti di risalita, che possono essere di pericolo nel volo diurno e notturno, ma sopratutto in caso di nebbia o di scarsa visibilità.
In allegato
- file audio con intervista all'assessore Tiziano Mellarini
- file pdf con progetto rilevazione punti GPS impianti a fune in servizio pubblico della Provincia autonoma di Trento
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