La sovranità del Mozambico, e dei molti altri PVS, è minata dalla legittimità dell'azione esterna riconosciuta a livello internazionale. I programmi di aggiustamento strutturale, l'assalto ai programmi sociali, l'esenzione fiscale per gli investimenti stranieri sono azioni attuate in Mozambico utilizzando l'idea dello sviluppo senza prevedere discussioni né tra il governo mozambicano e i Paesi donatori né tra lo Stato e la società civile. Ciò ha portato a quella che Macamo definisce la "trivializzazione" del politico, che si evidenzia in alcuni meccanismi, come l'approvazione del bilancio dello Stato, che rende superfluo l'intervento del Parlamento, e la "commercializzazione" dei problemi sociali del Paese. "Cooperare significa "lavorare insieme", tuttavia, in Mozambico significa esattamente l'opposto. I PVS devono infatti aderire alla visione della storia decisa da chi aiuta: non si può dunque parlare di sovranità: la sovranità è libertà di scegliere quale storia si vuole fare propria. E tale libertà è attualmente negata al Mozambico, costretto nelle proprie scelte e nelle proprie azioni a rimanere entro binari decisi da forze esterne. La realtà di forte dipendenza economico-politica in cui si trova il Mozambico impedisce di poter parlare di sovranità, un termine intriso di profondo significato in un Paese che ha lottato per raggiungere la propria indipendenza. La conquista della sovranità ha significato riscatto, diritto all'emancipazione e al progresso, ed oggi è spesso il richiamo all'aiuto allo sviluppo a negare la dignità e la sovranità ai Paesi che si continuano a definire "in via di sviluppo".
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