Accolti da damigelle e armigeri in costume, squilli di tromba e arceri, centinaia di persone, tra cui molte famiglie con bambini, solandri ma anche qualche turista hanno potuto varcare stamane l'ingresso del restaurato maniero, scoprendo un luogo inaspettatamente vivo, quasi "familiare". Per molti, quando il castello era ancora un ammasso di rovine, era la "location" dei combattimenti dei ragazzini del paese con le spade di legno. Oggi, come assieme a Rossi, hanno affermato anche l'assessore Carlo Daldoss, il senatore Franco Panizza, il sindaco di Ossana Luciano Dell'Eva e il presidente della Comunità, Migazzi, questo patrimonio restituito ad Ossana, alla val di Sole ed a tutti i trentini, entra come presidio di rango nel paesaggio fisico e culturale solandro, consolidando al tempo stesso lo spirito di comunità.
"Il recupero di questo maniero – ha detto poco prima del taglio del nastro l'assessore Daldoss – è un grande contributo dal punto di vista artistico e storico ma è anche un esempio di come si possa ridare al paesaggio la capacità di mostrare che tale bellezza nasce dalla scelta di curare, sottoporre a manutenzione e restaurare. Un esempio per tutti i cittadini ad avere cura del proprio territorio". (cz)
Immagini a cura dell'Ufficio Stampa
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