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In questo momento nel Regno Unito vivono circa 3,8 milioni di immigrati in un contesto mutato in maniera radicale nel 2004, con l’allargamento verso Est dell’Unione Europea. Se prima gli immigrati provenivano principalmente dalle ex colonie inglesi, dopo il 2004 il flusso dai Paesi dell’Est ha cambiato la situazione: i migranti provenienti da Polonia e Romania sono ora i più numerosi nel Paese, soprattutto nelle grandi città. Un altro dato evidenziato da Barbara Petrongolo riguarda il livello d'istruzione dei “nuovi” arrivati: in media gli immigrati hanno un livello medio d’istruzione superiore ai cittadini britannici. Non bisogna mai dimenticare come gli immigrati, in ogni dove, non solo cercano un’occupazione ma sono a loro volta anche consumatori di beni e servizi locali e contribuiscono al processo economico del luogo in cui vivono.
“Nel Regno Unito - ha evidenziato Barbara Petrongolo - le regioni che hanno ricevuto più migranti, non hanno visto peggiorare le sorti lavorative dei cittadini locali, né hanno registrato ripercussioni sulle finanze pubbliche, così come non ci sono stati riflessi su fenomeni legati alla criminalità nei confronti delle persone”. Sono questi alcuni degli esempi che fotografano le reali dimensioni di un fenomeno che viene però percepito in maniera assai diversa dalla popolazione e visto come un problema fondamentale : l’immigrazione è infatti sempre un tema estremamente caldo, come dimostra anche la distribuzione dei voti pro Brexit, che è più elevata nei distretti con un maggior numero di immigrati. La percezione dei fatti contribuisce a formare attitudini e opinioni su immigrazione e relative politiche: le attitudini però si formano in un contesto di percezioni sistematicamente inaccurate e in questo ambito si inserisce il ruolo dei partiti e dei mass media nel processo di “disinformazione”. Quando gli individui ricevono informazioni corrette in media rivedono la propria percezione dei fatti, ma sono meno disposti a rivedere il proprio supporto per l’immigrazione, per le politiche redistributive e per le proprie intenzioni di voto.