Christoph von Ach, segretario generale del GECT Euregio ha illustrato il funzionamento del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, un’istituzione che esiste dal 2011 con l’intento di portare avanti una collaborazione territoriale coerente e condivisa. Il Family pass, ha ricordato, è un’esperienza che risale al 2000, quando fu ideato in Austria, dove oggi ne usufruiscono 66 mila famiglie, praticamente una su due. I vantaggi riguardano sconti, ingressi agevolati a istituti di cultura e luoghi del tempo libero.
I referenti hanno raccontato la genesi del Family pass nelle tre province dell'euroregione. In Trentino la Family card è stata introdotta nel 2016, mentre nel 2017 c’è stato il passaggio alla rete dell’EuregioFamilyPass. Ad oggi si contano circa 6.500 adesioni, con un trend in crescita e avendo per caratteristica la sicurezza nell’accesso, la salvaguardia dei dati e la semplicità di iscrizione per le famiglie. È possibile avere la carta in tre formati: cartaceo, digitale o in tesserino plastificato, una modalità possibile per chi si rivolge direttamente all’Agenzia per la Famiglia per il rilascio. Nella seconda parte della mattinata si è svolta una tavola rotonda che ha evidenziato i vantaggi per le famiglie e per le organizzazioni partner del pass e ha fatto emergere idee e proposte per un ampliamento dei servizi offerti, come ad esempio la possibilità di avere agevolazioni per il carburante, per più attività sportive e, come già programmato dal gruppo di lavoro, per estendere i vantaggi anche ai nonni del nucleo familiare di riferimento.
Il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige, ente aderente al Distretto famiglia Rotaliana Königsberg, in occasione del convegno ha offerto la possibilità di visitare il museo per l’intera giornata all’ingresso di 1 euro per adulti e gratuitamente per bambini ed aventi diritto. Durante la mattinata è stato possibile per le famiglie partecipanti stampare e attivare l’EuregioFamilyPass attraverso la tessera sanitaria. Una possibilità che rientra, come ha spiegato il direttore Giovanni Kezich, nel voler fare del Museo di San Michele un centro di riferimento dei servizi culturali per tutta la comunità.