Il primo tratto del percorso è sulla ciclabile, che andiamo a prendere dietro alla stazioncina sulla ferrovia della Valsugana. Le biciclette sfrecciano non senza creare qualche apprensione ai camminatori, mentre noi ci muoviamo con passo deciso.
Oggi cammina con noi anche Giacomo, il nostro videomaker, che riprende le varie fasi della giornata dopo aver già filmato i momenti più belli delle scorse tappe. Arrivati al tratto di ciclabile a sbalzo sul lago, mette in funzione il suo drone e riprende il nostro passaggio.
Dopo un’oretta arriviamo alle porte di Calceranica e Francesco - che con Chiara oggi presidia l’auto di supporto - propone un cambio di percorso, previsto all’interno del paese, per continuare a camminare sulla riva del lago e fare una sosta in un bar dove ci ha fatto preparare tante buone brioches. Ovviamente la proposta viene accolta e di buon grado percorriamo il chilometro che manca per il nostro pit stop.
Serve anche per aiutare una camminatrice, che ha una suola del tutto staccata dalla scarpa. Viene sistemata con lo scotch da pacchi e sembra che il problema sia risolto. Ma la soluzione si dimostra effimera, perché dopo alcuni chilometri l’usura del nastro fa riesplodere il caso. Qui scatta la solidarietà che è sempre importante per chi cammina: una partecipante mette a disposizione un paio di scarponcini numero 41, che sono però troppo grossi. Ma un’altra partecipante, che porta il 39, prende quelli di due numeri più grandi e così mette i suoi a disposizione della prima. Il problema si risolve grazie alla generosità spontanea.
È ora di abbandonare la riva lacustre e di puntare verso la montagna. Si cammina su asfalto e il sole è ormai alto. Entriamo a Caldonazzo e attraversiamo il paese in tutta la sua lunghezza, fermandoci a fare rifornimento di acqua alla fontana in centro paese.
Passiamo accanto alla Magnifica Corte, comunemente chiamata Castel Trapp o Castello di Caldonazzo, già citata nell’XI secolo. La proprietà fu dal 1461 fu della famiglia dei Conti Trapp che l’amministrarono per oltre 500 anni.
Lasciamo, finalmente, l’asfalto e imbocchiamo il sentiero che sale verso Campregheri. Mezzogiorno è passato e il caldo si fa sentire, rendendo più pesante la salita, nonostante si attraversi un bel bosco: il sole è a picco e l’ombra è poca.
Arrivati al bivio per la Torre dei Sicconi si decide per una puntatina (anche se c’è un buon chilometro da percorrere), sperando di poter fare un sosta in quel luogo ricco di storia. Arrivati lì, però, scopriamo che la Torre è aperta solo nei fine settimana. Dobbiamo tornare indietro e, dopo 45 minuti, raggiungiamo la borgata di Campregheri, immersa nel bosco e ricca di belle case. Ci sistemiamo nel minuscolo ma accogliente parco giochi privo di bambini e consumiamo il pranzo al sacco. Il cielo di copre di nuovo e spira un venticello freddo che abbassa di molto la temperatura percepita.
Veniamo raggiunti da Angelo, già capogita nei giorni precedenti e da Isacco, che rappresenta una organizzazione di servizio civile, il CAM. Dopo aver sorbito un buon caffè in uno dei due bar della borgata, proseguiamo in discesa percorrendo la Val dei Oveni.
Attraversiamo una fitta boscaglia che ci conduce alla periferia di Vattaro per poi scendere a Gosi e a Zoventel e risalire a Migazzone e quindi a Bosentino. Sono posti belli, che esprimono serenità, almeno a vederli da fuori. Godiamo anche di alcuni scorci panoramici sulla Vigolana e verso il Lagorai.
La sede di tappa è il centro sportivo di recente costruzione, all’interno del quale c’è un piccolo parco ed un bar. Veniamo accolti da due rappresentanti dell’amministrazione comunale, il sindaco e l’assessore alle politiche sociali e giovanili. Il comune di Altopiano della Vigolana è una organizzazione di servizio civile, come lo sono la cooperativa Kaleidoscopio e l’APPM, che sono presenti perché operano su questo territorio, rispettivamente con una casa-albergo per anziani e con una comunità per minori.
Il sindaco saluta i camminatori con parole di elogio e un apprezzamento per un'iniziativa che valorizza il protagonismo giovanile e attiva chi si è lasciato provocare dalla proposta. L’assessore apre il dibattito invitando le due organizzazioni di servizio civile a esplicitare cosa sia per loro il servizio civile e quali motivazioni li spingano a gestire progetti. I due interventi dei rappresentanti delle organizzazioni presentano alcuni spunti interessanti in ordine al valore dell’esperienza all’interno della loro operatività.
È poi la volta dei giovani che hanno svolto il servizio civile. Il direttore dell’Ufficio intervista Francesco, che ha fatto il servizio civile due anni fa alla Trentini nel mondo, e Giacomo, che è stato presso la cooperativa Kaleidoscopio 5 anni fa. Si tratta di un formula semplice che consiste in una sorta di intervista parallela ai due protagonisti, che rispondono alla stessa domanda uno dopo l’altro. La rapidità e concisione delle risponde rendono l’esercizio interessante e godibile.
Si chiude così la quinta tappa di CammiaSCUP. Domani, 28 agosto, ci sarà il gran finale con arrivo a Trento. Oggi abbiamo percorso 18 chilometri e superato 331 metri di dislivello.
Diario a cura del Servizio civile universale provinciale