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Alice Titia Rizzi è quindi entrata nel merito, presentando alcuni disegni di bambini che hanno affrontato la migrazione. C'è Fatoumata, una bimba del Mali, che vive in una casa con tanti fratelli e non parla, c'è Vijeya che ci impiega tre anni a disegnare cosa c'è dentro la sua casa e quando lo fa disegna persone e spiriti, c'è Tamil dello Sri Lanka che colora un albero i cui frutti si trasformano poi in una cornice: "Nei disegni dei bambini vediamo la distanza che esiste fra il mondo interno e quello esterno, il primo è la famiglia, il secondo sono la scuola, la società. Sono disegni colorati, ma i due mondi non si parlano". La psicologa ha poi portato l'esempio degli "adolescenti migranti", ovvero il terzo momento di vulnerabilità dei bambini, per i quali è ancora più difficile far coabitare le culture plurime e troppo spesso sono vittime di incomprensioni fra diverse culture.
La nascita e la crescita sono momenti complessi di cambiamento e trasformazione tanto da un punto di vista comportamentale e relazionale, quanto sul piano immaginario e affettivo, ha spiegato nel corso della conferenza Alice Titia Rizzi, le interazioni con la madre, il padre, la famiglia allargata e progressivamente con il mondo esterno, la scuola in primis, possono essere fonte di ricchezza ma anche di estrema vulnerabilità: "Noi dobbiamo cercare di portare fuori la straordinaria ricchezza di questi bambini".