Dufwenberg, professore di scienza delle decisioni all'Università Bocconi e direttore del Bocconi's Experimental Laboratory for the Social Sciences (BELSS), è stato introdotto da Luigi Mittone, direttore del Laboratorio di economia sperimentale dell'Università di Trento. La conferenza si è svolta nell'aula Kessler del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale.
Martin Dufwenberg spiega che a essere implicate nelle decisioni sono la ragione, ma anche la sfera emotiva; che si considera il vantaggio individuale, ma anche quello del gruppo; che scattano meccanismi diversi. Uno degli studi citati dall'economista riguarda lo sforzo e il rischio che due persone sono disposte ad accettare di fronte alla scelta se impegnarsi oppure no. Dagli esperimenti appare chiaro che se uno degli attori (o dei giocatori) ha delle informazioni in più sulla posta in gioco e prende la sua decisione in base a esse, gli altri – anche se non hanno le stesse informazioni – scelgono alla stessa maniera. È così – ha spiegato l'economista – che una persona emerge come leader.
Altri esempi portati da Martin Dufwenberg riguardano i rapporti tra datore di lavoro e dipendente, tra un coordinatore e la sua squadra. Dagli esperimenti emerge in modo evidente – ha concluso – che un leader può favorire la fiducia e la collaborazione se offre a un dipendente un'opportunità di comunicazione, se parla con lui. Perché attraverso le parole passano promesse di impegno e di fiducia reciproca.
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