
Il Comitato provinciale della medicina generale si era riunito per esaminare il tema dell’ampliamento dei servizi di guardia medica sui territori la scorsa settimana, registrando il raggiunto accordo con due single sindacali di minoranza, e l’opposizione di quella di maggioranza. Stamani una nuova riunione, che di nuovo si è conclusa con il veto della Cisl medici al progetto, che comporterebbe la riapertura del servizio di guardia medica in alcune aree che oggi ne sono sprovviste e la conseguente assunzione di nuovo medici.
“La legge dice che c’è bisogno del consenso del Comitato per procedere – ha sottolineato a sua volta l’assessora Segnana - Il sindacato si oppone al’accordo perché è ancora aperta un’altra vertenza, riguardante tutt’altra materia, in particolare l’apertura a Trento di una Aft-Aggregazione funzionale territoriale. Noi pensiamo che le due questioni debbano essere tenute separate. Siamo tutt’ora impegnati a risolvere le problematiche emerse a dicembre, che sono state oggetto peraltro già di quattro incontri. Ma vogliamo anche procedere con il potenziamento delle guardie mediche, conformemente al programma che abbiamo sottoposto a suo tempo ai cittadini. La cosa è piuttosto imbarazzante perché va contro agli interessi della stessa categoria che il sindacato rappresenta, oltre che della comunità trentina”.
Per il direttore Bordon “Per scendere al parametro auspicato dalla Giunta, un medico ogni 4350 abitanti circa, anziché 5000, è necessario assumere nuovi medici. L’oggetto dello stallo, da parte di una sigla sindacale, è diverso. Il sindacato dice: prima risolviamo le altre questioni, e poi procediamo con questa. In questo modo l’Apss non può andare avanti”.
Anche per il vicepresidente Tonina, “abbiamo preso degli impegni con i cittadini. Ci siamo impegnati in particolare a garantire al Trentino un futuro riequilibrando il rapporto città-valli. Quest’iniziativa va proprio in questa direzione”.