La crisi da Corona virus ha cambiato la politica economica della Comunità europea. “Prima - ha osservato Gentiloni - la politica economica comunitaria era fatta di tetti, soglie e raccomandazioni o procedure di infrazione. A questo si aggiungevano strumenti specifici per salvare Paesi che avevano bisogno di un salvagente, come ad esempio il Mes per Grecia, Portogallo e Spagna. Oggi assistiamo ad una politica nuova, già invocata dal governatore Draghi. Stiamo maturando - ha aggiunto Gentiloni - la consapevolezza che non possiamo avere solo una politica monetaria comune, ma anche una politica economica e di bilancio comune. Almeno in certe condizioni”.
Ciò che è avvenuto in queste settimane, non era mai successo nella storia della Comunità europea. “La commissione - ricorda il commissario Gentiloni - va sui mercati e raccoglie 750 miliardi di euro, grazie al Next Generation Eu, a cui si aggiungono altri 100 miliari di Sure, e destina questa risorsa per finanziare sussidi e prestiti di lunga maturità e progetti comuni. Questo è un momento fondativo di coordinamento di politica economica con risorse reale”.
Sui tempi e la disponibilità di queste risorse, il commissario ha dato riscontri importanti: “Alcune misure sono già disponibili, in particolare quelle destinate ai crediti facilitati per sostenere la spesa sanitaria, con il tetto del 2% del pil per ciascuno Stato e che per l’Italia vale circa 36 miliardi di euro”. Esiste da subito la dotazione della Banca europea per investimenti di 200 miliardi a favore delle piccole imprese. Ci sono strumenti in via definizione: a metà luglio sarà definito Sure (Support to mitigate unemployment risks in emergency), fortemente voluto e già preannunciato nei giorni scorsi dalla presidente von der Leyen. Questo meccanismo potrà sbloccare fino a 100 miliardi di euro per integrare, ad esempio in Italia, la cassa integrazione. “Il Sure - ha detto Gentiloni - avrà bisogno della rettifica di alcuni parlamenti nazionali per consentire alla commissione l’emissione dei titoli per la seconda metà di luglio”.
Il Next Generation Eu - sempre secondo il commissario europeo agli affari economici - deve passare attraverso due fasi: l’approvazione del Consiglio europeo e la ratifica dei parlamenti nazionali. “La Commissione - ha confermato Gentiloni - intende stanziare sia il Next Generation Eu, a cui si intende assegnare un budget di 750 miliardi di euro, sia potenziare il bilancio a lungo termine dell'UE per il periodo 2021-2027, con una dotazione complessiva che dovrebbe arrivare a 1.850 miliardi di euro. Il fine ultimo è la tutela della vita umana e dei mezzi di sostentamento, la riparazione del mercato unico e la costruzione di una ripresa duratura e prospera”.
“L’Europa - ripete Gentiloni - sta affrontando una crisi che non è paragonabile a quella di 10 anni fa. Non abbiamo singoli Paesi che chiedono di essere salvati dopo errori di politiche nazionali. Oggi la crisi ha colpito con tempi ed esiti diversi tutti e 27 i Paesi e rischia di produrre conseguenze economiche diverse da Stato a Stato. La Commissione mette in campo strumenti comuni per evitare il rischio di una grande frammentazione e che la crisi produca conseguenze diseguali”.
L’assegnazione dei fondi europei percorrerà i criteri consueti della Comunità, dettati da obiettivi e tempi definiti: “Per questo è necessario che i singoli Stati presentino quanto prima, verso settembre ed ottobre, alla Comunità europea i propri piani che andranno discussi nel dettaglio. Noi spingeremo molto le ownership dei singoli Paesi perché sono i singoli governi a fissare le priorità strategiche. La commissione avrà il compito di coordinamento delle varie priorità (digitale ed ambientale) e di risolvere le strozzature che potrebbero rallentare la distribuzione degli aiuti europei”.
In tema di tassazione, il commissario Gentiloni non prevede a breve un sistema di raccolta europeo, ma l’Europa si concentrerà nell’aggiornamento della regolamentazione sulla tassazione ambientale e dei meccanismi di aggiustamento per le emissioni inquinanti (carbon tax).