Dopo un’incredibile campagna di crowdfunding, che ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo, la storia delle funne è stata raccontata dalla regista Katia Bernardi in un documentario che viene presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, sabato 22 ottobre, ore 18.30 Cinema Admiral nell’ambito di Kino Panorama Italia in collaborazione con "Alice nella Città". Il film è prodotto da EiE film, Jump Cut con ReStart (Croatia) e Chocolat con il supporto di Trentino Film Commission, Hydro Dolomiti Energia, Discovery Italia, HRT Croazia, Croatian Audiovisual Center, Comune di Valdaone.
Il film ha dato vita al libro, sempre di Katia Bernardi, "Funne, le ragazze che sognavano il mare", edito da Mondadori e approderà anche in tv sul NOVE, canale del gruppo Discovery Italia.
Sono le splendide immagini delle montagne di Daone, a fare da cornice a questa poetica storia di dodici “ragazze ottantenni” e del loro sogno di vedere il mare, perché molte di loro il mare non l’hanno mai visto. In occasione del ventennale del circolo dei pensionati Il Rododendro, la presidentessa decide con entusiasmo di dare il via alla raccolta fondi per questa nobile causa, ma di soldi ne servono tanti per realizzare questo progetto e le attività messe in campo non sempre si rivelano azzeccate. Comincia così l’avventura che le vedrà cucinare torte da vendere in paese, posare da modelle per un calendario e donne di Internèt impegnate nel crowdfunding per raggiungere, non senza alcuni momenti di sconforto, il proprio scopo. Risate, lacrime, gelosie, timori accompagnano le funne (donne in dialetto trentino) e i loro sforzi che le porteranno anche ad una inaspettata notorietà. Una storia vera che ci ricorda non solo che non dobbiamo mai smetter di sognare, ma che i nostri sogni possono diventare realtà a qualsiasi età, basta non perdere mai l’entusiasmo, la curiosità e la voglia di vivere.
“Le ho incontrate per caso o loro hanno incontrato me - spiega la regista Katia Bernardi -. E mi sono innamorata delle ragazze che sognavano il mare. La maggior parte di loro, il mare non lo ha mai visto, se non in televisione o in qualche cartolina sbiadita. La loro vita è sempre stata lì, in quel piccolo paesino sperduto tra le montagne, con i mariti a lavorare in miniera, crescendo i figli a croste di polenta e a mungere vacche in gelidi inverni. Ma le ragazze che sognavano il mare hanno una cosa speciale, un’energia e una forza che deriva da quelle montagne dure che fanno paura solo a guardarle. Quelle montagne le hanno rese forti e indistruttibili e le hanno aiutate a non avere paura di nulla, a non aver paura dei propri sogni”.
Qui l'appello per il crowdfunding: