L’assemblea si è aperta con un omaggio floreale di Antonio Pollam per chi collabora e lavora per l’attività dell’istituto, sia all’interno dello stesso, sia all’esterno, come la Sorastant della Scola Ladina, Mirella Florian e la dirigente del servizio minoranze linguistiche locali della Provincia, Marilena Defrancesco. A seguire, è stato proiettato un video musicale realizzato dall’Istituto sul brano intitolato “La cianzon de Val de Fascia”, musicato da Luigi Canori per coro e orchestra su testo di Francesco del Garber, che vuole costituirsi come una vera e propria “carta di identità” della comunità ladina di Fassa, accompagnato da suggestive immagini del territorio e della vita quotidiana degli abitanti. Quindi gli interventi dei rappresentanti dell’Istituto e della comunità ladina, che hanno portato al presidente Fugatti le proprie istanze e difficoltà nel portare avanti il lavoro a causa delle crescenti incombenze burocratiche e la complessità normativa, assieme alla necessità di proseguire nel mettere a disposizione di tutti, soprattutto dei giovani e delle scuole, il patrimonio culturale del Museo Ladino.
Molti i progetti per il futuro, come trasformare la mostra temporanea sulla Grande Guerra in esposizione permanente, favorire ancora di più la fruizione delle proposte culturali ad ospiti e residenti, rinnovare gli spazi museali. Accanto all’esigenza di rinforzare i legami di tutta la ladinità dolomitica e uniformare la lingua scritta, non trascurando le varianti di valle, è stata sottolineata la necessità di mantenere nello studio e nella ricerca un orizzonte il più vasto possibile. Il lavoro dell’istituto è infatti di respiro internazionale e offre occasioni professionalizzanti a giovani di tutta Europa, come ha ricordato il direttore Fabio Chiocchetti. In quest’ottica europea e nell’impegno di una visione cosmopolita della cultura è stata ricordata anche la morte del giovane Antonio Megalizzi, colpito nell’attentato di Strasburgo e il riconoscimento dato proprio ieri ad un membro della commissione culturale dell’istituto, Paul Videsott, vincitore del premio scientifico dell’Alto Adige 2018, docente universitario di linguistica e filologia romanza e di lingua e letteratura ladina.