Martedì, 18 Dicembre 2018 - 11:14 Comunicato 3033

Ieri sera il presidente della provincia è intervenuto all'assemblea annuale dell'Istituto Culturale Ladino
Fugatti: "Lo sviluppo della coscienza identitaria ladina è un valore per tutto il Trentino"

Si è svolta nel tardo pomeriggio di ieri presso la sala Heilmann del Museo Ladino l’assemblea annuale dell'Istituto Culturale Ladino, alla presenza del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. Antonio Pollam, che presiede l’istituto da 10 anni ed è in scadenza di mandato, ha illustrato i frutti del lavoro e le ragioni ideali che hanno ispirato l'impegno pluridecennale dell'istituzione e ha ringraziato il presidente Fugatti per la sua personale vicinanza e il sostegno che la Provincia vorrà dare in futuro all’Istituto, che da 40 anni lavora per la ricerca linguistica e lessicografica, la conservazione della lingua e la crescita identitaria della comunità ladina. Sotto il profilo amministrativo, l’istituto culturale ladino, come quelli mòcheno e cimbro, sono stati confermati in capo alla Presidenza. Maurizio Fugatti ha assicurato la volontà e l’impegno di portare avanti la valorizzare e la salvaguardia della cultura ladina: “Vengo volentieri oggi in Val di Fassa, che un’Autonomia nell’Autonomia” ha detto il presidente, sottolineando che “Lo sviluppo della coscienza identitaria di questa comunità è un valore per tutto il Trentino”. Ricordando i disastri che il maltempo ha procurato anche in questo territorio e la sua visita ad Alba di Canazei di qualche settimana fa, Fugatti ha voluto riconoscere che il senso di appartenenza e l’amore per la propria terra qui è speciale: “dai fassani c’è sempre da imparare, è un complimento, l’ho visto di persona in quei giorni difficili” ha detto il presidente. Il consigliere provinciale Luca Guglielmi, rappresentante della comunità ladina, nel suo intervento ha esortato le minoranze a farsi conoscere ancora di più e ad aprirsi il più possibile all’esterno, soprattutto coinvolgendo i giovani “Più piaceranno le minoranze, ha detto, più sarà profondo il senso di appartenenza”.

L’assemblea si è aperta con un omaggio floreale di Antonio Pollam per chi collabora e lavora per l’attività dell’istituto, sia all’interno dello stesso, sia all’esterno, come la Sorastant della Scola Ladina, Mirella Florian e la dirigente del servizio minoranze linguistiche locali della Provincia, Marilena Defrancesco. A seguire, è stato proiettato un video musicale realizzato dall’Istituto sul brano intitolato “La cianzon de Val de Fascia”, musicato da Luigi Canori per coro e orchestra su testo di Francesco del Garber, che vuole costituirsi come una vera e propria “carta di identità” della comunità ladina di Fassa, accompagnato da suggestive immagini del territorio e della vita quotidiana degli abitanti. Quindi gli interventi dei rappresentanti dell’Istituto e della comunità ladina, che hanno portato al presidente Fugatti le proprie istanze e difficoltà nel portare avanti il lavoro a causa delle crescenti incombenze burocratiche e la complessità normativa, assieme alla necessità di proseguire nel mettere a disposizione di tutti, soprattutto dei giovani e delle scuole, il patrimonio culturale del Museo Ladino.

Molti i progetti per il futuro, come trasformare la mostra temporanea sulla Grande Guerra in esposizione permanente, favorire ancora di più la fruizione delle proposte culturali ad ospiti e residenti, rinnovare gli spazi museali. Accanto all’esigenza di rinforzare i legami di tutta la ladinità dolomitica e uniformare la lingua scritta, non trascurando le varianti di valle, è stata sottolineata la necessità di mantenere nello studio e nella ricerca un orizzonte il più vasto possibile. Il lavoro dell’istituto è infatti di respiro internazionale e offre occasioni professionalizzanti a giovani di tutta Europa, come ha ricordato il direttore Fabio Chiocchetti. In quest’ottica europea e nell’impegno di una visione cosmopolita della cultura è stata ricordata anche la morte del giovane Antonio Megalizzi, colpito nell’attentato di Strasburgo e il riconoscimento dato proprio ieri ad un membro della commissione culturale dell’istituto, Paul Videsott, vincitore del premio scientifico dell’Alto Adige 2018, docente universitario di linguistica e filologia romanza e di lingua e letteratura ladina.

(sil.me)


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