Castel Caldes ospita una preziosa mostra dedicata ad una raccolta di incisioni realizzate da Rembrandt e provenienti dalla collezione Lazzari Turco Menz, donata nel 1924 al Municipio di Trento, e conservate al Castello del Buonconsiglio. La mostra illustra l'opera grafica del maestro olandese nato a Leida nl 1606 e morto ad Amsterdam nel 1669. Della quarantina di fogli presenti nella raccolta del museo, collegati al maestro olandese, sedici esemplari sono tirati dalle lastre originali di Rembrandt e con carte filigranate che ne confermano l’autenticità e la datazione, come La Morte della Vergine o L’Autoritratto del 1633.
A Castel Stenico sarà visitabile la mostra “Beyond drifting”, alcune opere sono esposte anche a Bosco Arte Stenico e all’imbocco del Parco Adamello Brenta. Ogni soggetto ha un nome che richiama le scoperte naturalistiche ottocentesche del naturalista John Vaughan Thomson a Cobh, in Irlanda, per classificare i vari tipi di plancton. Ma non siamo più nell’Ottocento, e le fotografie rivelano la loro natura: sono frammenti di rifiuti plastici che galleggiano alla deriva nei nostri mari, ironicamente definiti “animali non ancora conosciuti”. Hanno nomi fantasiosi ma verosimili come “Ophelia Medustica” e “Nebulae Plaurosbratich” e rappresentano una traccia della nefasta attività umana nell’epoca della plastica.
A Castel Beseno è ancora Mandy Barker protagonista con la mostra "Not in my planet" dove espone una serie di opere fotografiche della pluripremiata fotografa Mandy Barker: immagini di grande impatto visivo composte da rifiuti - sfuggiti al riciclaggio - finiti nelle acque del mare e infine sulle coste. Obiettivo, catturare l’attenzione e far riflettere su uno tra i principali problemi che affliggono i nostri giorni: l’inquinamento e l’incredibile abbondanza di rifiuti. L’esposizione è frutto della collaborazione con il Servizio Gestione Rifiuti della Provincia autonoma di Tento, per la lotta all’inquinamento da plastica.
La mostra è composta da 4 sezioni: Shoal, Soup, Indefinitive e Snow Flurry nelle quali l’artista stimola una risposta emotiva nello spettatore combinando la contraddizione tra attrazione estetica iniziale e successivo messaggio di consapevolezza. Le immagini, rielaborate, sono basate su fotografie di oggetti fisicamente ritrovati sulle spiagge o alla deriva nell’oceano.