Ieri grande partecipazione per l'apertura, durante la quale è stato presentato ufficialmente il logo del Centenario – Trentino '14-'18, una grande esse a indicare la linea del fronte e la scritta in tre lingue "dalla guerra alla pace" – e sono stati illustrati gli interventi sulle fortificazioni austro-ungariche che sta coordinando la Sopritendenza per i Beni architettonici e il ripristino degli oltre 500 km trentini del Sentiero della Pace a cura del Servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale attraverso il cosiddetto "Progettone". Proprio la Sopritendenza concluderà entro il 2012 alcuni interessanti "progetti pilota", come il restauro del Forte di San Biagio, sul territorio del Comune di Levico, nel quale verrà allestito un percorso museale dedicato alla vita nel forte e alle tecniche di difesa, il ripristino del forte Pozzacchio a Trambileno, destinato a diventare un parco storico della memoria, la sistemazione di forte Dossaccio, dove si punta a un recupero scenico dell'architettura fortificata, il forte di Tenna che racconterà la storia dei recuperanti.
Oggi, invece, in apertura, Camillo Zadra provveditore del Museo della Guerra di Rovereto, ha portato l'esperienza della Rete, soggetto nato nel 2009 e composto da associazioni e gruppo culturali, musei enti locali biblioteche e istituzioni che condividono obiettivi e un metodo di lavoro. "Attraverso il progetto ‘Paesaggi di guerra" dal 2009 al 2011 la Rete ha prodotto 13 diverse mostre con 30 allestimenti in altrettanti comuni del Trentino – ha commentato Zadra -. Per il 2015 stiamo lavorando a un nuovo progetto dedicato ai profughi, che dovrebbe svilupparsi analogamente a ‘Paesaggi di guerra" ed articolarsi quindi sul territorio con mostre, studi e un grande libro fotografico".
Quindi i contributi di Maddalena Pellizzari dell'associazione "Il Chiese" di Storo, di Marcello Serra dell'associazione "Storia e Memoria" di Vermiglio, e di Marta Baldessarini assessore alla cultura della Comunità Vallagarina.
La seconda sessione, dedicata ad istruzione e formazione, è stata introdotta da Beatrice De Gerloni, dirigente dell'Iprase, che ha spiegato le possibili finalità formative offerte dal centenario delle Grande Guerra, in termini di educazione alla memoria, alla pace e alla comprensione delle differenti storie ed identità. Quindi Nicoletta Pontalti, della Fondazione Museo storico di Trento e Anna Pisetti, del Museo della Guerra di Rovereto hanno portato le esperienze nel campo della didattica e della formazione curate dagli enti museali.
Nel pomeriggio, dopo la proiezione del documentario "Ritorno in Galizia" diretto da Claudio Redolfi e prodotto dall'Ufficio Stampa della Provincia in collaborazione con Telepace, l'intervento di Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, e di alcuni referenti di progetti interregionali: Matthias Fink, responsabile per il Tirolo dell'Ufficio comune dell'Euregio Tirolo – Alto Adige e Trentino, che ha illustrato la collaborazione avviata dai tre territori attraverso il Gect - Gruppo europeo di cooperazione territoriale; Paolo Frizzi, capogruppo degli alpini di Trento, che ha portato l'esperienza del sodalizio in alcuni progetti di ripristino e valorizzazione; Fausta Bressani, responsabile direzione Beni culturali Regione Veneto, che ha tracciato percorsi di collaborazione fra Veneto e Trentino per una valorizzazione reciproca delle testimonianze del Primo conflitto mondiale; e Mauro Passarin, conservatore del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza e responsabile del progetto Grande Guerra per la provincia di Vicenza, che ha tratteggiato il progetto di recupero condiviso fra Veneto, Vicenza e Trentino sul massiccio del Pasubio.
Infine la sintesi, affidata ai relatori delle due giornate e al direttore della Fondazione Museo storico del Trentino: "Nei prossimi mesi - ha ricordato Giuseppe Ferrandi - sarà istituito il Comitato trentino per il Centenario, che vedrà la presenza di rappresentanti delle regione limitrofe, del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e del Land Tirolo". Quindi il sindaco Andrea Miorandi, che ha portato il saluto della "città della pace" e dell'assessore provinciale alla cultura, rapporti europei e cooperazione, Franco Panizza, che ha illustrato il percorso verso il Centenario: "Si parla molto di rete in tutto il mondo, qui abbiamo creato un vero sistema relazionale che parte dalle Comunità di Valle, coinvolte nel corso dell'estate - ha esordito l'assessore -. In questi due giorni ho avvertito un grande impegno e una grande dedizione da parte di tutti i soggetti coinvolti, c'è una volontà importante di lavorare insieme, di valorizzare la storia del Trentino. E' evidente che si tratta di una storia complessa, ma nel ripercorrerla bisogna abbandonare le divisioni e le contrapposizioni del passato, questa è una terra che ha una storia diversa rispetto all'Italia, dove l'Autonomia fa parte dell'anima stessa del territorio. Questo è un elemento di ricchezza, che giustifica la nostra speciale Autonomia, qui siamo riusciti a fare sintesi fra etnie diverse, qui più minoranze linguistiche convivono in modo virtuoso. Il centenario - sono state le considerazioni finali di Franco Panizza - non finisce oggi ma inizia da qui, con una serie di appuntamenti programmati dalla Provincia, dai soggetti museali e da tutto il territorio".
In chiusura una sala gremita ha accolto con lunghi applausi la Banda sociale di Trento e il Coro Stella del Cornet che hanno eseguito "Sui monti Scarpazie" e "L'Heldentod". (at)
In allegato alcuni approfondimenti
Immagini, riprese e intervista audio all'assessore Panizza a cura dell'Ufficio Stampa -