Martedì, 02 Marzo 2021 - 14:03 Comunicato 506

Nell’ultimo appuntamento sul disagio mentale si parla di prevenzione del suicidio
FARē 2021 si chiude con un «Invito alla vita»

Si chiude con un «Invito alla vita» il ciclo di incontri di FARē, il programma formativo e di sensibilizzazione sul disagio mentale. Nell’ultimo appuntamento in videoconferenza di mercoledì 3 marzo si parlerà di «Invito alla vita», il progetto di prevenzione del suicidio che dal 2008 si occupa di sensibilizzare e formare su questo tema, oltre a sostenere i cittadini in difficoltà e le persone che hanno perso un loro caro per suicidio. Da alcuni anni il progetto è coordinato dall’associazione di volontariato A.M.A. (Auto Mutuo Aiuto) in collaborazione con l’area salute mentale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari.

La pandemia ha portato con sé un esteso senso di incertezza e forti limitazioni nei contatti fra le persone, con un crescente malessere, anche nella nostra Provincia, nelle fasce giovanili. I giovani raccontano un senso di inquietudine per il presente e il futuro e la fatica di non vivere con serenità passioni, spazi e momenti di condivisione con gli amici. L’isolamento sociale, la costante «minaccia» del Covid-19, l’ansia per il futuro, il lavoro e la propria condizione socio-economica sono tutti elementi che hanno favorito lo sviluppo di forme depressivo-ansiose anche in soggetti sani e l’aggravarsi della condizione psichica dei soggetti più fragili e di chi già soffre di disturbi mentali. Ad peggiorare ulteriormente la situazione, anche la difficoltà di accedere alle tradizionali forme di supporto, dal semplice contatto sociale a forme più o meno specialistiche di sostegno (colloqui, visite etc.). In un contesto come questo risulta quindi fondamentale intervenire efficacemente per prevenire il fenomeno dei suicidi. Partendo dal presupposto che il suicidio è un evento che non può rimanere confinato esclusivamente in una dimensione privata ma è un fatto sociale: i suicidi hanno un enorme impatto sulle famiglie, la comunità e la società nella sua interezza. Servono azioni di prevenzione e di supporto diversificate ed un lavoro di cooperazione con le realtà territoriali.

Quest’anno quindi è ancora più importante promuovere il dibattito e la conoscenza dei servizi e delle risorse messe a disposizione da «Invito alla vita», sia nell’ottica di contrastare il fenomeno, sia di supportare la comunità colpita da un evento così doloroso. Ecco i principali strumenti di sostegno attivi sul nostro territorio:

  • numero verde di supporto 800 061 650: attivo dalle 7 all’una di notte con volontari esperti disponibili a un ascolto empatico e attento;
  • piattaforma Tra di noi Youngle Trento (http://tra-di-noi.com/): giovani volontari disponibili all’ascolto online tramite i canali social e l’app Youngle tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dalle 20 alle 22. Ogni 15 giorni sono attivi anche due gruppi di auto mutuo aiuto per giovani con target 18-35 anni;
  • sostegno ai sopravvissuti: gruppo di auto mutuo aiuto per familiari di persone che si sono suicidate e accoglienza diretta presso Ama da parte di operatori esperti;
  • sostegno a persone che soffrono di depressione e sono a rischio suicidio: gruppi Ama, in particolare dedicati a depressione e ansia. 

          L’appuntamento con l’ultima videoconferenza del ciclo di incontri FARē è quindi per domani, mercoledì 3 marzo dalle 17 alle 19. Per iscriversi è necessario come sempre inviare una mail a  a fareassieme@apss.tn.it. Per maggiori informazioni è possibile chiamare i numeri 0461 902881/86.

Il progetto FARē è un programma formativo e di sensibilizzazione promosso dal Servizio di salute mentale di Trento. Nasce nel 2015 con più obiettivi: sensibilizzare e confrontarsi con la cittadinanza sui temi della salute mentale per combattere pregiudizi, promuovere salute e favorire percorsi per migliorare la qualità della vita. Le proposte formative di FARēsi declinano secondo la logica della co-produzione: prevedono, fin dalla loro progettazione, una relazione paritaria e reciproca fra professionisti, utenti dei servizi, familiari e le loro comunità di riferimento. Con co-produzione si intende dunque il coinvolgimento diretto di utenti, cittadini e comunità nella programmazione ed erogazione di servizi di cui loro stessi beneficiano. I cittadini (utenti) conoscono aspetti che possono sfuggire ai professionisti e il loro coinvolgimento produce cambiamenti più efficaci nei comportamenti.

Tra le diverse proposte si inserisce anche il ciclo di incontri sulla salute mentale: sei appuntamenti durante i quali sono stati approfonditi diversi disagi psichici, grazie al contributo di professionisti, ma anche utenti e familiari che hanno testimoniato attraverso la loro esperienza diretta il percorso di guarigione personale che può portare ad un cambiamento, ad un miglioramento della qualità della vita nonostante la malattia.

(vt)


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