La sconfitta di mercoledì sera contro la Spagna, nella semifinale della Nations League, ha fermato la striscia record di imbattibilità dopo 37 partite senza sconfitte. “Per una piccola macchia sul vestito la festa non si ferma” ha detto con una battuta Luigi Garlando, il giornalista della Gazzetta dello Sport che ha moderato l’incontro.
Il racconto parte da Italia-Turchia, la partita inaugurale dell’Europeo. Tanta tensione, ma anche la felicità di essere arrivati ad una partita così importante dopo anni di sacrifici. “Sapevamo che cominciava una competizione dura, ma eravamo consapevoli della nostra forza e convinti che potevamo fare qualcosa di speciale” dicono in coro Mancini e Insigne.
Le partite contro Svizzera e Galles per far giocare tutti i giocatori della spedizione (solo il terzo portiere Meret non giocherà almeno un minuto) e cementare ulteriormente il gruppo squadra, gli ottavi contro l’Austria forse la partita più difficile, con il Belgio l’inizio dello show di Chiesa, l’infortunio di Spinazzola e il “tiraggir” di Insigne. “Ma non l’ho inventato io, è stato Alex Del Piero” dice il talento napoletano. In semifinale la sofferta vittoria dal dischetto contro la Spagna, in finale l’urlo liberatorio dopo l’ultimo rigore parato da Donnarumma.
“Nell’abbraccio con Vialli c’era tutto quello che abbiamo vissuto assieme - spiega Mancini - Siamo stati consapevoli che stavamo rappresentando la nazione e avevamo dato una grande gioia agli italiani”. “Ancora oggi quando riguardo le immagini in tv ho la pelle d’oca e le lacrime agli occhi - dice Insigne - Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, che ricorderemo per tutta la vita”.
L’incontro è stata l’occasione per parlare anche di temi attuali. “Puntiamo ad organizzare in Italia gli Europei del 2028” ha dichiarato Gabriele Gravina, che dice no al mondiale ogni due anni e chiede più attenzione al problema razzismo negli stadi. “Bisogna responsabilizzare le società, dobbiamo individuare i responsabili con la tecnologia. Non è giusto punire tutti, abbiamo i mezzi per trovare i colpevoli e escluderli a vita dalle competizioni sportive. Dobbiamo però anche recuperare il senso civico e l’educazione per prevenire il razzismo”.
Anche Marco Materazzi si schiera contro ogni forma di discriminazione, collegandosi all’incontro del Festival di ieri con protagonista Lilian Thuram. “Fa bene a combattere le sue battaglie, ma non lo ho mai visto uscire dallo stadio quando negli stadi italiani mi insultavano. Io chiedo il rispetto per tutti, neri o bianchi che siano”.