L’emergenza sanitaria – afferma la professoressa Paola Venuti, coordinatrice scientifica del festival - ha richiesto a bambini e ragazzi e ai loro genitori di rivedere spazi e tempi delle loro relazioni. Allo stesso modo insegnanti ed educatori sono stati chiamati a riconsiderare, senza avere il tempo di prepararsi, il loro compito formativo ed educativo. Per lunghi mesi scuole, servizi educativi basati sulla presenza fisica e la socializzazione, sono diventati per i bambini e i ragazzi spazi inaccessibili nella forma tradizionale, e questo ha reso inservibili molti metodi di insegnamento consolidati. Durante il lockdown e oltre, molti insegnanti, educatori e istituzioni territoriali si sono adoperati per fronteggiare l’emergenza e creare nuove forme di vicinanza educativa, un’inedita prossimità nella cura e nella didattica, sperimentando nuovi strumenti. Nel contempo centri di formazione e ricerca hanno dato impulso a nuove attività di studio e divulgazione, mentre la rete internet si è popolata di di occasioni formative create da molte agenzie educative con generosità. Non possiamo però dimenticare che queste fonti, nonostante l’apparente democraticità della rete, sono rimaste inaccessibili per una parte di bambini e ragazzi e le loro famiglie, acuendo, se non generando ex novo, nuove distanze sociali che rischiano di pesare sul futuro delle comunità.”
“Stiamo vivendo un momento complicato che impatta in modo radicale nelle nostre vite – afferma Roberto Ceccato, dirigente generale Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia autonoma di Trento – e che certamente comporta, anche dal punto di vista educativo, dei rischi, ma crediamo possa offrire anche opportunità. Le fatiche di insegnanti e dirigenti scolastici al pari di quelle delle famiglie rischiano di non cessare se non sostenute da un momento di riflessione e di condivisione, allo stesso modo le opportunità di innovare la didattica e di rendere il territorio risorsa per l’educazione svaniranno se non consolidiamo le pratiche nate nell’emergenza. Per questo abbiamo deciso, insieme agli partner del festival di organizzare questa edizione speciale di EDUCA con la quale ci proponiamo di offrire agli insegnanti e agli educatori un’occasione di rielaborazione condivisa e di formazione per affrontare il cambiamento partendo dall’analisi oggettiva delle criticità emerse, condividendo buone pratiche e provando ad indicare nuove direzioni da percorrere. Vogliamo anche sostenere le famiglie per alimentare la fiducia nella scuola e negli altri servizi educativi e proponendo stimoli rispetto al loro ruolo in un contesto, non soltanto educativo, ma anche sociale e lavorativo, mutato.”
“Sarà un festival speciale anche nella forma – spiega Cristina Azzolini, presidente del Consiglio comunale di Rovereto. Avevamo programmato alcune serate in Teatro, purtroppo ora non sono più possibili. In ogni caso già prima dell’ultimo DPCM, la forma del festival era prevalentemente on line Una scelta non facile, soprattutto per la città di Rovereto che nei giorni del festival diventa il luogo simbolico dell’investimento in educazione del nostro territorio, ma abbiamo responsabilmente considerato la situazione eccezionale che stiamo vivendo contemperando il bisogno di incontro e confronto degli insegnanti e delle famiglie con le esigenze di tutela della salute.”
IL PROGRAMMA
Il festival apre giovedì 19 novembre con la voce dei ragazzi: accompagnati dai rappresentanti dello Slam Poetry, uno dei movimenti più innovativi nel panorama nazionale internazionale, gli studenti attraverso il linguaggio poetico racconteranno la loro esperienza della pandemia e i loro vissuti proiettandoli nel futuro. Alle 21 il webinar La scuola di tutti dedicato a riflettere sulla sua fondamentale funzione sociale e culturale in un contesto complesso come quello generato dal Covid; sul tema dialogheranno il maestro elementare Franco Lorenzoni e la nota sociologa Chiara Saraceno, moderati da Viviana Sbardella, sovrintende scolastica della Provincia Autonoma di Trento. La scuola sarà al centro anche degli appuntamenti del giorno successivo: si partirà dal webinar dedicato ai docenti con Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli e i ricercatori Simone Virdia di IPRASE e Gianluca Schiavo di Fondazione Bruno Kessler che offriranno un’analisi approfondita della DAD sia rispetto alla dimensione provinciale che nazionale del contributo che le ICT possono dare nell’educazione inclusiva.
Si prosegue poi con l’outdoor come opportunità pedagogico-educativa che va oltre la ricerca di spazi per affrontare l’emergenza, con la professoressa Monica Guerra, dell’Università Bicocca ed esperienze locali e nazionali.
La serata di venerdì sarebbe dovuta essere dedicata al tema della cura con lo spettacolo a teatro Chiedimi se sono di turno; il Comitato sta verificando la possibilità di confermare on line il dialogo che sarebbe dovuto seguire la pièce teatrale con l’attore Giacomo Poretti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo per parlare della sua esperienza personale in ospedale come infermiere, e la professoressa Luigina Mortari dell’Università di Verona sul tema dell’essenzialità della cura e dei due diritti fondamentali dell’uomo: la salute e l’educazione. A moderare la giornalista Linda Stroppa.
Nella mattinata di sabato tornano protagonisti i giovani con il webinar Adolescenti tra lockdown e lockout. Si cercheranno di individuare le strategie e le buone pratiche per sostenere i ragazzi in questo periodo di incertezze grazie al contributo di Don Giovanni Fasoli, docente di psicologia dell’adolescenza, cyber-psicologia e new-media communication, psicopatologia della realtà virtuale e pedagogia della realtà virtuale all’Università IUSVE di Venezia Mestre. Il momento sarà arricchito dalle testimonianze dei protagonisti di alcuni percorsi di riflessione sul tema come Otium (Comune di Trento) e Oltre il Covid (Liceo da Vinci). Nel pomeriggio il webinar moderato dalla giornalista Sara De Carli dedicato al Territorio come risorsa didattica con il professor Piergiuseppe Ellerani dell’Università del Salento e molte testimonianze di esperienze concrete di collaborazione, dalle scuole e dal Terzo Settore locali e nazionali.
Ma il lockdown non è stato solo un tempo sospeso. Sono tante le piccole microlezioni quotidiane che si possono apprendere da quest’esperienza, ed è di questo che parlerà il dialogo di domenica tra i filosofi Paolo Costa ricercatore della Fondazione Bruno Kessler e Ilaria Gaspari, autrice del bestseller “Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita”, per fare tesoro delle sventure personali o collettive imparando delle lezioni che non si sarebbero potute imparare altrimenti. A chiudere il pomeriggio della domenica l’incontro condotto dalla professoressa Paola Venuti con la psicanalista Laura Pigozzi che con nel suo libro “Troppa famiglia fa male” affronta il tema della crisi della famiglia e della sua rilevanza sul sociale e sul futuro dell’uomo.
In attesa del festival genitori, insegnanti, bambini e ragazzi possono partecipare gli eventi di “Aspettando Educa”. Il programma del festival sarà inoltre arricchito dagli appuntamenti di Educa Immagine, la seconda edizione della Rassegna dell’audiovisivo. Tutti i dettagli sui siti www.educaonline.it e www.educaimmagine.it.
I promotori
Il festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento, l’Università degli studi di Trento e il Comune di Rovereto, organizzato da Consolida con il supporto scientifico di Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Demarchi e Iprase e il sostegno di Federazione trentina della Cooperazione e delle Casse Rurali Trentine.
Per consultare il programma del festival www.educaonline.it
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