La video-intervista a Tito Boeri
"La sua presenza - ha sottolineato Remo Job introducendo Tito Boeri - testimonia non solo la rilevanza della dimensione socio-economica per l’educazione ma rappresenta anche in modo direi concreto, fisico, l’interazione fra EDUCA e il Festival dell’Economia, due momenti di riflessione e discussione su aspetti fondamentali per la vita degli individui e della società, in un territorio, il Trentino, che da sempre è sensibile e pro-attivo su questi temi".
Sono 4 le domande affrontate nel corso della serata dall'economista. C'è troppa educazione o troppo poca? Perché l'offerta di competenze non si adegua alle domande? Come migliorare il processo di allocazione? Istruzione: come ampliare gli orizzonti trasformando scelte di consumo in investimento?
"Serve trasformare il mismatch - ha spiegato Boeri - da criticità ad opportunità per migliorare la capacità di generare reddito. Se riducessimo questa cattiva allocazione delle risorse riusciremo a fare aumentare la produttività in Italia. Porterebbe a migliorare la situazione dei lavoratori e anche i datori di lavoro metterebbero a frutto il capitale umano di cui dispongono. Serve migliorare il modo in cui utilizziamo il lavoro".
Ma è un problema di troppa educazione o troppo poca? "Ci sono dei lavoratori che sono troppo qualificati - ha spiegato l'economista - per il lavoro che fanno e persone che svolgono lavori qualificati senza le competenze necessarie. In Italia avremo un profilo della domanda di lavoro che richiederà sempre più educazione. Abbiamo poca gente che investe nella formazione. I laureati fanno fatica ad entrare nel mondo del lavoro. I salari d'ingresso sono molto più bassi. L'investimento nella formazione non lo si fa per altro solo nelle aule di scuola ma anche nel mondo del lavoro. In Italia c'è un decadimento rapido del livello di competenze nell'esperienza lavorativa".
Uno strumento per migliorare il processo di allocazione secondo l’economista sono per esempio i contratti a tutele crescenti che in Italia sono stati inseriti a partire dal 2015. "Il mio auspicio è che questi contratti ci regalino nel tempo più investimenti in formazione. Questa è la mia speranza e sarebbe importante per ridurre il mismatch". Altro aspetto su cui lavorare è il non penalizzare le persone che cambiano il lavoro. "Penalizzante - ha concluso Boeri - era per esempio l'operazione per la ricongiunzione dei diritti pensionistici". Tra le altre azioni attuabili c'è il favorire la mobilità territoriale e far vivere la scelta del corso di laurea come scelta di consumo e non di investimento. Serve infine una maggiore consapevolezza finanziaria.