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La fila di persone che volevano vedere i documentari, realizzati da Piero Badaloni con la collaborazione di Fausta Slanzi, fotografia e montaggio di Nicola Berti, è stata ininterrotta durante tutto il giorno, (oltre 400 persone nella sola mattina) così come alla cerimonia che si è svolta nella serata di ieri e che ha visto la partecipazione del giornalista, scrittore e documentarista Badaloni insieme ai rappresentanti della Fondazione. Come è stato spiegato dai rappresentanti della Fondazione Dolomiti, il compito di questo ente è quello di promuovere la conoscenza e valorizzazione del Bene Naturale, lavorare di concerto con tutti gli Enti che amministrano il Bene, cinque province (2 autonome, Trento e Bolzano, 1 ordinaria, Belluno, e altre 2, Udine e Pordenone facenti parte di una regione a statuto speciale) e due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia) al fine - anche - di armonizzare le politiche di gestione. Per promuovere le Dolomiti era innanzitutto necessario farle conoscere. I documentari proiettati ieri ad Expo avevano proprio questo obiettivo ed hanno messo in luce, coerentemente con quanto inteso dall'UNESCO, l'eccezionale importanza della storia geologica della Terra, riscontrata nei nove sistemi dolomitici, la loro straordinaria bellezza paesaggistica, gli aspetti economici, sociali, naturalistici, alpinistici, linguistici e culturali. Un corposo lavoro che è già stato ampiamente diffuso sia dalle reti televisive di servizio pubblico, in particolare Rai Storia e Rai International, sia attraverso proiezioni pubbliche, finora oltre quaranta. Significativa, inoltre, anche la richiesta da parte delle scuole, specie delle medie e medie superiori e di associazioni alpinistiche e ricreative.
La Fondazione, nel cui consiglio direttivo siedono le cinque province e le due regioni, è impegnato su vari fronti per gestire il Bene UNESCO e conservarlo per le future generazioni. Il lavoro è coordinato dall'ente delle Dolomiti e realizzato dai vari servizi e dipartimenti delle amministrazioni coinvolte nella gestione. Così da un punto di vista geologico, naturalistico (Parchi), culturale (musei e istituti culturali ladini), turistico, di ricerca e formazione. Obiettivo è quello di connettere realtà amministrative diverse per una gestione omogenea del Bene. Molti passi sono già stati fatti, tanto impegno sta piano piano portando a risultati che potranno essere apprezzati nel lungo periodo. Un processo culturale e di metodo, lento ma efficace proprio perché deve trovare la condivisione, prima di tutto, degli abitanti delle Dolomiti. Coloro che, da sempre, hanno conservato questo Bene fino a farlo diventare patrimonio dell'Umanità. (fs)
Immagini a cura dell'Ufficio Stampa -