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"Siamo stati i primi a riflettere in modo approfondito su libro di Piketty e sulla quota di capitale rappresentata dagli alloggi. I prezzi delle case sono triplicati, in Francia, dagli anni Novanta ad oggi, ma non per questo è cresciuto il divario tra ricchi e poveri", afferma Étienne Wasmer. Per l'economista francese intervenuto questo pomeriggio al Festival dell'Economia di Trento, infatti, l'unico modo corretto per quantificare la ricchezza delle unità immobiliari è calcolare quanto esse rendono, non quanto valgono. E' la rendita, non il loro valore di mercato, che determina l'andamento dinamico della differenza di ricchezza.
Un dibattito di nicchia per pochi economisti? Tutt'altro. Misurare il capitale al prezzo di mercato, alla Piketty per intenderci, o farlo al prezzo del mercato degli affitti, considerando cioè il costo dell'affitto come unico fattore che entra a far parte della ricchezza di una persona, determina differenze sostanziali nei sistemi di tassazione.
La casa va tassata? Tutti lo fanno. Ma se il suo valore cresce in modo esponenziale in pochi anni, come è stato per la gran parte dei paesi europei, ad eccezione della Germania, devono aumentare parimenti anche le tasse su quell'immobile?
"Vanno tassate le successioni, cioè il momento in cui il patrimonio passa di mano agli eredi, non il patrimonio in quanto tale" suggerisce Wasmer che in conclusione del suo intervento si spinge anche oltre: "La tassazione del capitale è un'utopia, non ha futuro. Dobbiamo piuttosto concentrarci sui redditi per incidere sulla forbice di ricchezza dentro le nostre società". -