Nella relazione educativa fra famiglia e scuola, tema centrale della X edizione di EDUCA, gli studenti devono essere considerati attori a pieno titolo di un dialogo che troppo spesso li vede in una posizione di ricezione passiva del patto formativo. Dare spazio e voce ai protagonisti di domani creando per loro momenti e opportunità di partecipazione ed espressione è stato l’obiettivo concreto che il Comitato promotore del Festival, in collaborazione con attori del territorio locale e nazionale, si è dato per l’organizzazione dei molti appuntamenti dedicati a bambini e ragazzi dai 3 ai 20 anni.
“Spero che in questa edizione di EDUCA – ha detto Paola Venuti, direttrice scientifica del festival, rivolgendosi agli studenti presenti nella sala teatro del Liceo Rosmini nel saluto di apertura della manifestazione - possiate trovare delle risposte che vi aiutino a diventare più responsabili e autonomi e, in particolare, a comprendere meglio i vostri desideri. Dall’altro lato, mi auguro che per le famiglie e per gli insegnanti sia occasione per riflettere su come accompagnarvi senza cadere in percorsi precostituiti. Gli adulti devono imparare ad ascoltare senza etichettare”.
Oltre ai 700 studenti partecipanti, molti i giovani che insieme ai loro insegnanti hanno contribuito alla costruzione degli appuntamenti in calendario. Tra questi il laboratorio Smartphoniamo, curato dall’I.T.T. “G. Marconi”, dove gli studenti hanno per una mattina giocato a ruoli invertiti trasformandosi in esperti insegnanti per poter spiegare ai propri alunni over 60 l’utilizzo di internet e delle tecnologie digitali.
Quel che io sogno anche tu lo sognavi è invece lo spettacolo teatraleproposto dal Liceo Filzi di Rovereto, capace di mettere in scena la relazione fra una maestra e la sua classe. Una relazione in cui i sogni si sono trasformati in linguaggio comune in grado di avvicinare i punti di vista di grandi e piccini.
Un dialogo che può essere fatto tanto di parole quanto di segni. E quest’ultimo è il caso delle insegnanti della Scuola “Giuseppe Veronesi” di Rovereto che hanno costruito un appuntamento per le classi delle scuole primarie partendo dal potere dei disegni. Con Incastri creativi si è infatti cercato di combinare e far comunicare i disegni realizzati dai bambini arrivando così ad assemblare una grande opera collettiva.
Non sono poi mancate occasioni di discussione e confronto anche per i ragazzi e le ragazze più grandi. Ne è un esempio il duplice incontro promosso dalla Fondazione Bruno Kessler: Giocare con il cyberbullismo e il Caffè Scientifico, quest’ultimoorganizzato e condotto in collaborazione con gli studenti del Liceo Maffei di Riva del Garda che hanno guidato il pubblico a confrontarsi in modo informale sul tema della parità di genere.
Tra le altre attività della mattinata l’Associazione Italiana Scrittori per Ragazzi ha proposto il laboratorio teatralizzato Esercizi di stile su Cappuccetto Rosso: un gioco guidato che ha portato i partecipanti a conoscere alcuni piccoli segreti per inventare storie sempre nuove. Da una favola classica a una moderna: il Dipartimento di psicologia e scienze cognitive dell’Università di Trento ha curato invece un avvincente laboratorio tratto dal bestseller I 5 malfatti, di Beatrice Alemagna, invitando bambini e insegnanti a riflettere sul concetto di imperfezione e a realizzare con materiale di recupero il proprio personalissimo “malfatto”.
Da Cappuccetto Rosso al lupo, questa volta inteso come metafora dei pericoli di ogni società e cultura: nell’incontro di promozione della sicurezza personale organizzato dall’Associazione Selofailosai, per l’appunto dal titolo Attente al lupo, giovani adolescenti accompagnate dalle loro mamme hanno potuto sperimentare alcune basilari tecniche di autodifesa.
Una buona relazione, non solo in campo educativo, non può prescindere dalla consapevolezza del proprio corpo e delle proprie emozioni. Per questo con Educoteka si è cercato di approfondire il concetto di intelligenza emotiva e si sono sperimentate le pratiche della meditazione Mindfulness. Sulla stessa lunghezza d’onda il workshop proposto dall’Associazione AlternArt che ha accompagnato i più piccoli alla scoperta delle emozioni attraverso la realizzazione di piccole opere d’arte. Anche i giochi di ruolo quale sintesi ludica tra narrazione e rappresentazione, costituiscono un grande strumento per imparare a mettersi nei panni dell’altro e sperimentare punti di vista differenti. Ed è proprio in questa chiave che le Edizioni dal Faro hanno accompagnato bambini e ragazzi a conoscere Jovannino e Jonny, il primo un ragazzo di montagna amante della vita all’aria aperta, mentre il secondo un coetaneo di città immerso nella bolla digitale di videogiochi e smartphone. Due mondi distanti, all’apparenza incompatibili, che hanno saputo però trovare forme inedite di dialogo.
Dialoghi che hanno potuto trasformarsi in vere e proprie sfide dialettiche a colpi di retorica grazie alla competizione A suon di parole promossa da IPRASE che ha visto fronteggiarsi, sia in italiano che in inglese, squadre provenienti da differenti scuole.
Anche la Fondazione avvocatura italiana ha contribuito al tema di questa edizioneproponendo l’incontro Regoliamo scuola e famiglia: un gioco di ruolo in cui si è riflettuto sull’importanza delle regole nei contesti educativi. Il Distretto Famiglia dell’Educazione ha guidato infine ragazzi e insegnanti a riflettere sul tema della fiducia e della partecipazione come ingredienti essenziali di una solida alleanza educativa.
I giovani continueranno a essere protagonisti anche del programma delle prossime giornate del festival con appuntamenti pensati per loro. Studenti e studentesse del Liceo Rosmini di Trento e dell’ITET Fontana di Rovereto saranno inoltre coinvolti nelle attività di infopoint, comunicazione e raccolta dati attraverso percorsi di Alternanza scuola- lavoro.
Riprese e interviste a cura dell'Ufficio Stampa