Nei tre giorni del festival oltre 90 relatori coinvolti in quasi 100 appuntamenti hanno rappresentato ricerche, offerto riflessioni, illustrato esperienze sul campo sull’impatto sull’educazione delle nuove tecnologie. “Da tutti gli esperti – sottolinea Paola Venuti coordinatrice scientifica del festival a nome del Comitato Promotore - è emersa la necessità di uscire dall’idea prevalsa nell’ultimo decennio che l’educazione per essere efficace debba essere digitale. La tecnologia ci può dire come fare le cose e ci può aiutare a farle bene. Ma è muta rispetto ai perché. Il confine fra rischio e opportunità delle nuove tecnologie è sottilissimo. La parola chiave quindi è integrazione del digitale all’interno di un ripensamento complessivo dell’educazione che deve partire dalle dimensioni fondamentali di quest’ultima: responsabilità, spirito critico, empatia, affettività.” Non solo, questo ripensamento dell’educazione deve basarsi sui dati di realtà (tra i quali l’ampia diffusione delle tecnologie) e avere uno sguardo olistico e complessivo: “non possiamo, ad esempio, come esperti – continua Venuti – limitarci a dire a madri e padri che non devono lasciare i loro figli davanti ai videogiochi o alla tv. Dobbiamo considerare che oggi i genitori lavorano, spesso tutto il giorno, e quando tornano a casa hanno gli impegni della gestione quotidiana famigliare. Va quindi creato un sistema di servizi che li sostenga e permetta loro di stare vicino ai figli contando sul supporto educativo dei servizi che comprendono ma non si esauriscono con la scuola. In questo senso va (ri)costruita un’alleanza nuova e adeguata ai tempi tra insegnanti, educatori professionali e genitori in modo che tutti collaborino al benessere dei bambini e dei ragazzi che è benessere e futuro della comunità tutta.”
I NUMERI DEL FESTIVAL
In 3 giorni 97 appuntamenti (22 dei quali dedicati alle scuole) tra cui 18 dialoghi con esperti nazionali, 3 spettacoli, 17 attività animative e 20 laboratori per bambini; per questi ultimi è stato necessario in molti casi organizzare delle repliche per esaurire le richieste.
Le proposte della mattinata di apertura del festival dedicata alle scuole hanno registrato il tutto esaurito: quasi 1200 studenti di tutte le età (dai bambini delle scuole materne a quelli degli istituti superiori) cui si sono aggiunte le 16 classi che hanno partecipato al concorso “L’educazione mi sta a cuore!” promosso insieme alle Casse Rurali Trentine e all’APT di Rovereto e della Vallagarina con i Musei del territorio. Questa intensa adesione delle scuole ai momenti loro riservati è stata una conferma rispetto agli anni precedenti, la novità della nona edizione è il sensibile aumento della partecipazione dei giovani a tutti gli altri momenti del festival sia come pubblico sia con un ruolo attivo nella costruzione del programma: 8 classi hanno proposto e curato appuntamenti superando la selezione per la partecipazione al programma del Comitato promotore; altri 20 studenti hanno portato la loro testimonianza nel corner dedicato all’alternanza scuola lavoro con la presentazione di progetti eccellenti sia trentini che nazionali. Altri giovani (63 studenti in alternanza scuola – lavoro e 14 volontari) hanno collaborato all’organizzazione della manifestazione occupandosi di logistica e accoglienza e della raccolta delle valutazioni del pubblico.
In generale la partecipazione anche del pubblico adulto è stata buona arrivando con una media di 67 persone durante i dialoghi con gli esperti.
Per quanto riguarda la comunicazione sono stati redatti 17 comunicati stampa e 12 video interviste ai relatori del festival che hanno ottenuto un ottimo riscontro sulla stampa locale e nazionale.
Altrettanto positivo l’andamento della comunicazione on line con 4400 utenti attivi nel mese di aprile sul sito web del festival e 6.600 visualizzazioni nei tre giorni della manifestazione. Interessante anche la provenienza geografica dei navigatori che prevalentemente sono del nord Itala con un picco del 22% dalla Lombardia; non mancano però fruitori da altri parti del territorio nazionale, tra i quali un 4% di residenti a Roma. Per quanto riguarda i social: la pagina facebook del festival ha raggiunto 5500 mi piace. Le librerie piccoloblu, La seggiolina Blu e la Rosmini che hanno curato il grande spazio delle pubblicazioni appostamente allestito in Corso Rosmini hanno venduto quasi 300 volumi.
Soddisfazione anche per le 13 aziende dell’Associazione Donne in campo che oltre ad aver portato i loro animali nei Giardini Perlasca hanno curato Il Menu della Terra, un percorso enogastronomico con prodotti biologici e a chilometro 0 che ha riscosso molto successo tra il pubblico.
Il festival è diventato negli anni è diventato un progetto collettivo: ai 3 enti promotori (Provincia autonoma di Trento, Università degli studi di Trento e Comune di Rovereto) al consorzio Consolida che lo organizza e ai partner scientifici (Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Franco Demarchi) e agli enti sostenitori (Cooperazione trentina e Casse Rurali Trentine) si sono aggiunte centinaia di organizzazioni. In particolare a questa nona edizione hanno contribuito 30 organizzazioni selezionate tra le 42 che si sono candidate alla call del festival. Interessante anche le tipologie degli enti coinvolti che vanno dalle istituzioni alle associazioni e imprese, dalle cooperative agli enti culturali come i musei, ai centri di ricerca: un’ulteriore dimostrazione che l’educazione è un tema che riguarda tutti.
LA VALUTAZIONE DEL PUBBLICO
Professionisti dell’educazione ma non solo, con un’età che si distribuisce nel periodo di mezzo della vita (il 30% ha tra i 26 e i 44 anni e il 32% tra i 45 e i 55); non manca però il pubblico giovane: quasi il 25% dei partecipanti ha meno di 25 anni. Sono un po’ più le donne degli uomini (il 62% contro il 38%), per entrambi i generi prevale un partecipazione collettiva (con amici, la famiglia o in coppia).
Questo il profilo del pubblico di EDUCA che emerge dall’indagine condotta dai 26 ragazzi dell’ITET Fontana di Rovereto coordinati dai loro docenti e con la supervisione scientifica di Luigi Lombardi, professore di Psychometrics dell’Università di Trento. Tra le 400 persone intervistate «faccia a faccia» con utilizzo di tablet dedicati per l’inserimento online dei dati meno della metà (il 46% delle donne e il 36% degli uomini) si occupa professionalmente di educazione. Tra il pubblico di EDUCA c’è un consistente gruppo di visitatori habitué che risultano fedeli alla partecipazione nel tempo all’evento. Il festival si caratterizza per una marcata presenza di visitatori trentini (con prevalenza della Provincia di Trento pari all’80%), ma non mancano quelli provenienti da fuori Regione (11%) cui si aggiunge un 6% dalla Provincia di Bolzano.
“In generale – afferma Lombardi - il livello di soddisfazione dei visitatori è piuttosto alto sia per l’evento (voto medio soddisfazione 7.74) che per la città ospitante (voto medio soddisfazione (7.81) su una scala da 0 a 10. La partecipazione ai vari appuntamenti (dialoghi e focus, laboratori, spettacoli e attività animative) è ben distribuita e riflette (pur nelle differenze specifiche dei profili dei visitatori) gli interessi principali del mondo dell’educazione. Il 75% dichiara parteciperà anche alle prossime edizioni.”