Per spiegare che cosa ci stiamo lasciando alle spalle, Pellizzari ha condotto l'uditorio in un breve excursus storico. La "scoperta del padre", ha spiegato, ha introdotto storicamente una novità: il riconoscimento. Per la madre esso è un fatto corporeo, fisico. Per il padre è invece un'operazione mentale complessa, che non si pone per la madre. "Alla nascita naturale" ha affermato Pellizzari "si innesta una dimensione simbolica, quella del riconoscimento, che nell'antichità si concretizzava con l'elevazione del figlio al cielo da parte del padre. Era un momento di isolamento del figlio dalla madre, ma anche dalla terra, e questo anticamente aveva una profonda valenza misterica". Così si è creata l'asse verticale terra/cielo, che è stata per secoli una prerogativa attribuita al maschile. E' su questa asse che si struttura l'universo simbolico che abbiamo conosciuto fin qui. "Oggi tutto questo è messo profondamente in crisi" ha commentato Pellizzari "per due motivi: per l'avvento della democrazia, dove l'autorità è una delega che viene dal basso; e per l'emancipazione femminile, legata all'avvento della democrazia." Questa crisi si riflette inevitabilmente oggi nella crisi della paternità. Che cosa accadrà dunque ora? Si profila una nuova paternità, Pelizzari ne è convinto. E sarà il "padre affettivo". Oggi i papà sono molto vicini ai loro figli. "Ma l'affettività paterna ha una coloritura diversa rispetto a quella materna. La scoperta del padre, da parte del bimbo, è la scoperta del terzo: una nuova dimensione della realtà, l'alterità".
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