All'assemblea hanno portato il loro contributo Paolo Tonelli in rappresentanza della Cooperazione trentina ("Nella parola cooperazione ci sono le radici delle parole fondanti che vi porterete in Polonia: 'co-operare', cioè lavorare assieme, e mettersi in 'azione', agire in modo concreto"), Piero Cavagna, presidente dell'associazione MeMO e autore del "muro" che in piazza Cesare Battisti accoglie duemila foto private di altrettanti internati, Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio provinciale, che accompagnerà i giovani per tutta la durata del viaggio ("Vi racconterò le mie esperienze e vorrei ascoltare le vostre: noi politici abbiamo la necessità, non solo l'obbligo, di ascoltare voi giovani, perché solo così si conservano e si tramandano i valori della democrazia"). Renato Ballardini e Sandro Schmid erano presente per l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, Lucia Maestri, assessore alla cultura del Comune di Trento, ha rievocato le emozioni vissute quando partecipò in prima persona al Treno della Memoria, mentre Lorenzo Gardumi, per la Fondazione Museo Storico del Trentino, ha parlato del grande freddo interiore che si percepisce nel campo di Auschwitz, augurando ai giovani partecipanti di conservare in fondo al cuore per tutta la vita i ricordi e le emozioni vivide di questi giorni.
Susanna Caldonazzi, referente trentino dell'Associazione Terra del Fuoco, che ha ideato e organizza ogni anno i Treni della Memoria, ci ha detto come il viaggio in Polonia sia solo uno dei momenti di un percorso formativo ed esperienziale che dura molti mesi: si va dalla fase di preparazione, con relativi approfondimenti storici, alla fase successiva quando, al rientro dal viaggio, i 450 giovani vestiranno i panni degli "ambasciatori della pace, della convivenza, della democrazia" presso i giovani dei loro ambiti. "Quattro sono le parole alle quali vi chiediamo di fare attenzione – ha detto Susanna rivolta all'assemblea: – "Storia", "Memoria", "Testimonianza" e "Impegno". Quello della Memoria non è solo un giorno di calendario, ma la parte più visibile di un laboratorio di analisi collettiva e di autoanalisi individuale che vuole incidere nelle nostre coscienze, è un'occasione per crescere tutti assieme".
È toccato all'assessore Beltrami compiere al termine una sintesi efficace dell'assemblea di partenza: "Questi sono giovani che normalmente sono impegnati nelle iniziative dei Piani Giovani di Zona e quindi tra di loro ve ne sono già molti che lavorano i progetti di volontariato. Bene: io mi auguro che loro siano il lievito del viaggio, perché toccherà a loro far sì che i 450 trentini si rendano conto di essere espressione di una terra che vive la solidarietà in tutte le sue forme come uno dei valori centrali della nostra terra".
Dopo di che s'è snodato un lungo serpentone di giovani che, trascinando i loro trolley o portando in spalla i loro zaini, hanno raggiunto la stazione di piazza Dante per salire sul treno: un viaggio importante, il loro, un viaggio che di sicuro resterà memorabile.
La storia del Treno della Memoria
Nella primavera del 2004 l'Associazione Terra del Fuoco organizzò la manifestazione "Piemonte Fabbrica di Cultura", una settimana di scambio culturale delle "culture underground" piemontesi nella città polacca di Cracovia. Nel giorno di pausa della kermesse alcuni dei soci decisero di visitare il vicino Museo Internazionale dell'Olocausto di Auschwitz – Birkenau, e uscirono da quell'esperienza con la convinzione che tutti i giovani dovessero, almeno una volta nella vita, essere testimoni diretti di quell'orrore. Così nacque il progetto Treno della Memoria. Era il gennaio del 2005 quando il primo Treno della Memoria partì alla volta di Cracovia con 600 giovani piemontesi e 50 leccesi, guidati dai giovanissimi educatori dell'Associazione Terra del Fuoco.
Da allora quei 700 ragazzi sono diventati più di 13000 e il progetto è cresciuto arrivando a coinvolgere quasi 10 regioni italiane nell'edizione del 2011. Da un'idea di un gruppo di giovanissimi torinesi, è nato un progetto che oggi raggiunge tutta Italia. La crescita del progetto non si limita però alle cifre: dalla sua prima edizione il Treno si è arricchito di un percorso educativo che affianca i giovani partecipanti per un intero anno scolastico, con incontri formativi che precedono e seguono il viaggio e che si chiudono con la celebrazione, tutti insieme, del 25 aprile.
In Trentino il percorso è giunto alla sua terza edizione, grazie al sostegno delle Politiche Giovanili della Provincia autonoma di Trento e alla partecipazione dei Piani Giovani di Zona. Il percorso è stato costruito seguendo le necessità del territorio trentino, valorizzandone le specificità storiche e ricostruendo con storici e testimoni diretti avvenimenti che hanno segnato la provincia di Trento.
Non solo treno: il percorso educativo in Trentino
Il Treno della Memoria non è solo un viaggio, è un percorso di crescita che mira a stimolare nei suoi partecipanti la consapevolezza del loro ruolo di cittadini attivi, italiani ed europei, dei loro doveri, diritti e responsabilità verso la società e verso le persone. Il percorso educativo affrontato dai ragazzi si snoda in quattro fasi chiave: Storia, Memoria, Testimonianza e Impegno.
È un percorso che va controcorrente puntando su risultati di lungo periodo, nella convinzione che la chiave del miglioramento e della crescita sia dare ai ragazzi gli strumenti per capire e analizzare la realtà e per dialogare con gli altri.
Il Treno parte quindi con un percorso di formazione articolato in quattro incontri di gruppo. Con i metodi dell'educazione fra pari e non formale, i partecipanti vengono preparati da giovani e competenti educatori ad affrontare il viaggio e la visita al campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau con la consapevolezza e la conoscenza storica del nostro passato. Attraverso il gioco, lo studio, l'ascolto di testimonianze dirette, il dialogo e l'immedesimazione, i ragazzi vengono guidati in un'analisi delle dinamiche che hanno portato ai fatti tragici che hanno coinvolto l'Europa nella metà del secolo scorso e di cui siamo stati protagonisti e autori, stimolando nei ragazzi una riflessione su come sia stato possibile e come ora non dobbiamo permettere che accada nuovamente.
I primi tre incontri del percorso educativo sono uguali per tutti i gruppi sul territorio nazionale e si concentrano soprattutto sulla storia nazionale ed europea e approfondiscono il valore delle scelte individuali. Il quarto incontro è stato invece elaborato in modo diverso per i vari PGZ: in alcuni casi i ragazzi hanno lavorato su testi riguardanti la deportazione, in molte zone i ragazzi si sono confrontati su testi legati alla resistenza partigiana ed hanno incontrato storici della Fondazione Museo Storico del Trentino che hanno approfondito le tematiche del periodo per far capire ai giovani trentini che la guerra e gli avvenimenti dell'epoca sono passati anche da casa loro.
Quest'anno i Treni della Memoria sono quattro: con il primo treno sono partiti i ragazzi della città di Torino; col secondo sono partiti i giovani trentini (450), i ragazzi altoatesini (150) e un gruppo di giovani romagnoli (110), con ritorno previsto per il primo febbraio; col terzo partiranno giovani piemontesi e i ragazzi del Friuli Venezia Giulia, col quarto treno partiranno i giovani pugliesi, calabresi, siciliani, romagnoli e liguri.
Chi è Terra del Fuoco
Terra del Fuoco è un'Associazione di promozione sociale nata a Torino nel 2001. Fondata da un movimento di giovani, punta a sostenere un processo di integrazione europea fondato quanto più possibile sulla dignità e sui diritti delle persone, sulla crescita di una cittadinanza attiva, sulla promozione delle società e delle culture dei Paesi in via di sviluppo e sull'inclusione sociale.
L'associazione è strutturata in settori operativi tematici: Politiche Giovanili, Rifugiati e Nuove Cittadinanze, in aggiunta ad alcuni dipartimenti di servizio (Comunicazione, Logistica, Sviluppo e Innovazione, Progettazione e Formazione).
Terra del Fuoco collabora inoltre con Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, il più importante network nazionale antimafia, e con Libera stessa è fondatrice di FLARE – Freedom, Legality and Rights in Europe, la prima rete internazionale per il contrasto sociale al crimine organizzato transnazionale.
Terra del Fuoco può contare inoltre sul lavoro di sedi decentrate a Bolzano, Trento (dal 2009), Trieste e Cesena.
(m.n.)
FILMATO A CURA DELL'UFFICIO STAMPA
In allegato due interviste audio all'assessore Lia Beltrami e a Susanna Caldonazzi (referente trentina di Terra del Fuoco) -