«Donne con le mani in pasta» nasce dall’idea che il movimento richiesto dall’impastare favorisca il drenaggio linfatico del braccio interessato da una dissezione ascellare in seguito ad un intervento al seno. Per le pazienti che hanno subìto l’asportazione dei linfonodi dell’ascella, è molto importante drenare la zona dell’arto superiore perché il linfedema che può formarsi nel periodo successivo all’intervento può essere una patologia invalidante che influenza negativamente la qualità di vita delle pazienti, determinando problemi di tipo funzionale come dolore, pesantezza del braccio, senso di oppressione e diminuzione dei movimenti della spalla con possibili ripercussioni sulla percezione della propria immagine corporea.
Ma non solo, l’iniziativa, che ha coinvolto una decina di donne con neoplasia mammaria, ha un obiettivo più ampio perché vuole offrire alle pazienti l’opportunità di incontrarsi, confrontarsi, fare attività preventivo-terapeutiche in un clima contemporaneamente costruttivo e ludico, recuperando gli aspetti più profondamente radicati nella nostra cultura quali la condivisione della preparazione del cibo, che ha da sempre fornito alle donne un’occasione di aggregazione e trasmissione di conoscenze e saperi tra culture e generazioni diverse.
Il condividere un’esperienza come quella di “mettere le mani in pasta” e imparare i giusti movimenti per realizzare un impasto di qualità, assume, quindi, oltre alla valenza terapeutica fisica, un valore psicologico e di socializzazione che può facilitare l’elaborazione delle emozioni negative legate alla malattia stessa e avviare il percorso di superamento di eventuali sensazioni di isolamento sociale.
Quello di oggi è l’ultimo di un ciclo di tre incontri realizzato grazie alla collaborazione e disponibilità di diversi protagonisti: la psicologa Silvana Selmi, ideatrice del progetto e l’oncologa Antonella Ferro, l’associazione Anvolt, proseguendo con la paziente, Katya, che ha voluto generosamente ringraziare l’unità operativa di oncologia medica per essere stata la “sua seconda casa” durante la fase della terapia, continuando con la fisioterapista Sara Cappelletti, disponibile a dispensare consigli utili alle pazienti, Roberto del Gizzo che negli scorsi incontri ha svelato alcuni trucchi dell’impasto della pizza e Stefano Sosi che questo pomeriggio darà indicazioni su come impastare il pane.
Il successo di questa prima edizione del progetto e l’entusiasmo con cui è stato accolto dalle donne pongono le basi per adottare la stessa formula in altre parti del Trentino confidando nella disponibilità di altri operatori commerciali che mettano a disposizione locali e professionalità.