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Il grande prologo di Utopia500 è affidato dunque a Miguel Benasayag (Buenos Aires, 1953), non soltanto un intellettuale che riflette in modo originale su utopia e distopia, ma un testimone coraggioso che ha resistito a un regime anti-utopico, come quello dei colonnelli argentini: militante nella guerriglia guevarista, arrestato tre volte, è stato torturato e ha trascorso molti anni in prigione. Oggi vive in Francia. Tra le sue numerose opere, ha raggiunto fama internazionale ed è stata tradotta in moltissime lingue “L'epoca delle passioni tristi”. Al Muse dialogherà con Riccardo Mazzeo, a partire dal suo ultimo libro Il cervello aumentato, l'uomo diminuito (Erickson).
Da Platone in poi, la tradizione occidentale ha da sempre visto nel cervello la sede del pensiero. I progressi delle neuroscienze contemporanee hanno introdotto una rottura storica epocale: se l’amore, la libertà, la memoria sono effetti più o meno illusori di processi fisiologici cerebrali, è la stessa unità dell’uomo che sembra disperdersi, sparpagliarsi in un movimento centrifugo.
Lontano da posizioni conservatrici o tecnofobe, Miguel Benasayag tenta di comprendere le ricadute antropologiche di questa rivoluzione, alla ricerca di un’alternativa umanistica alla colonizzazione tecnocratica della vita e della cultura.
L’incontro sarà preceduto (ore 10.00) da un'introduzione al testo di Francesco Ghia, da un intervento di Grazia Villa (Rosa Bianca) - Donne e uomini: l'utopia dell'intendersi - e da una lettura pubblica di brani dell'Utopia da parte di esponenti politici locali. Tra essi, il presidente della Provincia Ugo Rossi e il sindaco di Trento Alessandro Andreatta.
Tutte le info su www.muse.it