Queste le mostre visitabili a Le Gallerie dal 10 al 13 maggio, dalle ore 9 alle ore 18.00, con ingresso libero:
I MANIFESTI DELLE ADUNATE
L’Adunata Nazionale degli Alpini, è una manifestazione a cadenza annuale che si svolge generalmente la seconda domenica di maggio, in una città d’Italia scelta di volta in volta dal consiglio direttivo nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini, per ricordare la prima adunata spontanea tenutasi nel 1920 sul monte Ortigara nel vicentino. Dal 1941 al 1947 le manifestazioni sono state sospese a causa degli eventi bellici. L’Adunata ha il suo culmine la domenica, con la sfilata di decine di migliaia di Alpini per le strade della città ospitante.
I manifesti, elaborati anno dopo anno e vagliati da una commissione apposita, presieduta dal Presidente del Comitato Organizzatore dell’Adunata, accompagnano l’evento, diventandone, di fatto, il simbolo, l’immagine.
ALPINI SUL FRONTE RUSSO
Pasquale Corti, classe 1922, reduce di Russia, apparteneva al gruppo Valcamonica della divisione alpina Tridentina. Visse in prima persona i tragici eventi dell’inverno 1942-43: 11.000 caduti in combattimento e altri 64.000 dispersi di cui non si seppe mai più nulla. Fu uno dei diecimila reduci della battaglia di Nikolaevka, guidata dal generale Luigi Reverberi, tornato alla fine della guerra. Instancabilmente animato dal desiderio di ricordare i commilitoni caduti in terra di Russia, ha dedicato la sua vita “a tutti quelli che non sono tornati” portando la sua testimonianza soprattutto verso i giovani, sostenuto dalla consapevolezza dell’importanza di tramandare alle nuove generazioni la memoria e le tradizioni delle truppe alpine. Questa significativa mostra fotografica, che appartiene alla Brigata Alpina Julia, mostra l’epopea degli alpini in Russia nella sua realtà, senza alcuna retorica.
LE FOSSE DI KIROV
L’offensiva dell’Armata Rossa sul fiume Don del dicembre 1942 portò alla cattura di importanti contingenti militari che vennero trasferiti in campi di internamento dopo pesantissime marce a piedi e lunghi viaggi in treno. Una di queste linee partiva da Stalingrado e arrivava a Kirov, importante snodo ferroviario per molti campi di prigionia. Il tragitto di due settimane necessario per coprire la tratta fra le due città, l’assoluta mancanza di cibo e il freddo, sommati alle precarie condizioni di salute dei prigionieri, portarono ad un elevato numero di decessi. I cadaveri, per evitare epidemie, vennero sepolti in fosse comuni scavate a fianco dei binari. Il lavoro dell’associazione NAPVP ha portato al recupero di circa 300 corpi, cui ne vanno aggiunti altri 800, recuperati da volontari russi e tedeschi.
AL FRONTE CON PAOLO MONELLI
Paolo Monelli, autore de “Le scarpe al sole: Cronaca di gaie e tristi avventure di alpini, di muli e di vino”, pubblicato nel 1921, è uno degli scrittori più letti della memorialistica storica della Grande Guerra. È stato anche un apprezzato fotografo di guerra. Nel suo archivio ci sono, infatti, più di mille fotografie, scattate fra la Valsugana e i monti (Lagorai, Ortigara) che la circondano. La mostra nasce dall’aver dato progressivamente un nome a volti e luoghi impressi sui negativi fotografici e dal vedere le fotografie come un’illustrazione delle vicende raccontate ne “Le scarpe al sole”. Le didascalie, infatti, tratte dal libro, sembrano essere state scritte appositamente per descriverle e mostrarle ai lettori cento anni dopo.
Sempre all'interno delle Gallerie il pubblico potrà inoltre visitare la mostra "L'ultimo anno 1917-18", dedicata alla Grande Guerra sul fronte italo-austriaco nel suo momento più critico e decisivo, e, in anteprima, la mostra "Ferro, fuoco e sangue! Vivere la Grande Guerra", che verrà inaugurata ufficialmente la prossima settimana nel corso del Convegno "La cultura visiva e il Centenario del primo conflitto mondiale”.
In occasione dell'Adunata, la Fondazione Museo storico del Trentino ospita altri tre percorsi espositivi negli spazi di via Zanella 1/A a Trento, visitabili dal 10 al 13 maggio, dalle 9.00 alle 18.00, ingresso libero:
STORIE DI SOLIDARIETÀ
L’intervento del volontariato degli alpini nel dopoguerra
Questa mostra racconta la presenza degli alpini a sostegno delle popolazioni colpite da eventi calamitosi dal secondo dopoguerra a oggi: nei grandi terremoti, nelle grandi alluvioni e nelle emergenze umanitarie legate ai conflitti e alle guerre recenti.
Dapprima in modo autonomo, poi in maniera coordinata con gli apparati di intervento locali e nazionali, il volontariato alpino ha conosciuto un continuo percorso di sviluppo caratterizzato dal alcune tappe fondamentali: tra queste la nascita della Protezione civile A.N.A, della Protezione civile A.N.A. Trento e dei Nu.Vol.A.
Dagli anni cinquanta in poi, gli alpini sono intervenuti in centinaia di situazioni per portare soccorso alle comunità. Per testimoniare questa lunga storia, si è scelto di raccontare le esperienze più importanti, tra cui la tragedia del Vajont, il disastro di Stava, i terremoti del Friuli, dell'Irpinia e quelli più recenti in Centro Italia.
OPERAZIONE FRIULI 1976
Gli 11 cantieri di lavoro ANA
L’associazione Nazionale Alpini ha colto fin da subito la gravità della situazione nel Friuli terremotato ed ha organizzato, nel più breve tempo possibile,un’azione decisa di supporto alle popolazioni terremotate. A seguito del Consiglio Direttivo Nazionale tenutosi a Milano il 15 maggio 1976, il Presidente Franco Bertagnolli ha preso contatto con i Sindaci e le Autorità delle zone terremotate. L’obiettivo era di intervenire sulle abitazioni ritenute riparabili mettendo a disposizione forza lavoro e mezzi (oltre 15.000 volontari alpini), in modo tale da risolvere la situazione prima dell’arrivo dell’inverno.
Si costituiranno 11 cantieri di lavoro, completamente autonomi ed autosufficienti sotto il profilo organizzativo, economico, sanitario e religioso. Tutte le attività si sono svolte in sinergia con i Comuni, la regione FVG, l’Esercito con i suoi reparti alpini in armi e con l’On. Zamberletti Commissario del Governo incaricato del coordinamento per i soccorsi.
FRANCO BERTAGNOLLI E IL SEME DELLA SOLIDARIETÀ ALPINA
Franco Bertagnolli fu Presidente dell’ANA dal 16 gennaio 1972 al 3 marzo 1985. Con l’Operazione Friuli, riuscì ad inviare nelle terre della Julia, oltre 15.000 volontari che riuscirono a riparare 3.300 case, 76 edifici pubblici e 63.000 metri quadrati di tetti per un totale di 972.000 ore lavorative. Questa operazione pose le basi per quella “metamorfosi associativa”, che avrebbe trasformato l’ANA da mera associazione d’arma ad associazione che attraverso la Protezione Civile avrebbe potuto esprimere una forza per servire l’Italia nelle calamità. Questa forza era lo spirito di fratellanza e solidarietà che i reduci di guerra prima, e quelli che tornavano dalla naja, poi, avevano maturato dal servizio in armi. Grazie ad essa nacquero i primi nuclei di volontari di Protezione Civile (NuVolA), che, generosamente, nel corso di più di trent’anni, si sarebbero gratuitamente spesi per gli altri, con una professionalità via via crescente.
Info:
Fondazione Museo storico del Trentino
Tel. 0461-230842 - www.museostorico.it - comunicazione@museostorico.it