Martedì, 17 Gennaio 2017 Comunicato 77

Oggi la presentazione del nuovo percorso
Diventare professionisti del mondo con "Talete"

Presentato oggi il programma integrativo (Honours Programme) per gli studenti di laurea magistrale UniTrento che vogliano acquisire competenze trasversali di sviluppo sostenibile. Avvio sperimentale con i primi dieci partecipanti (sei ingegneri e quattro sociologi). Educazione alla cittadinanza globale e alla sostenibilità come chiavi di lettura e leve attraverso le quali ridurre la distanza tra mondo del lavoro e il percorso formativo universitario.
Soddisfazione per l’avvio del nuovo percorso è stata espressa anche dall’assessora provinciale all'università e ricerca e alla cooperazione allo sviluppo, Sara Ferrari. «Le abilità trasversali maturate in campi diversi sono essenziali per un territorio come il nostro che investe molto in formazione e che, per essere competitivo, deve contare su una popolazione che possieda competenze di cittadinanza globale. La Provincia autonoma ha avviato una serie di azioni in questa direzione su vari livelli: dai progetti con i più piccoli per rinnovare i curricula scolastici, fino al sostegno agli universitari per sviluppare una maggiore consapevolezza del contesto in cui metteranno a frutto le proprie competenze tecnico-disciplinari. La nostra forza è la rete di relazioni che si fonda su una solida realtà associativa, con ben 265 realtà di volontariato per un territorio di 500mila abitanti».

Comprendere le trasformazioni della società in atto nelle varie parti del mondo e decidere gli interventi migliori in base alle esigenze della popolazione e dell’ambiente. Essere consapevoli dell’interdipendenza tra paesi e continenti. Armonizzare interessi territoriali e internazionali.
Per aiutare gli studenti dei corsi di laurea magistrale ad acquisire questo tipo di competenze l’Università di Trento ha lanciato un percorso di formazione integrativa sui temi dell’interdipendenza globale e dello sviluppo sostenibile. Il programma di approfondimento (Honours Programme) è stato avviato da UniTrento, su proposta dei dipartimenti di Ingegneria civile, ambientale e meccanica (DICAM) e di Sociologia e Ricerca sociale (DSRS), assieme al Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale (CFSI), di cui l’Ateneo è socio fondatore.
Il programma è stato presentato oggi a Mesiano, nella sede del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, dall’assessora provinciale Sara Ferrari, dal rettore Paolo Collini, dal presidente di CFSI Paolo Tonelli, dal direttore del DICAM e presidente del comitato scientifico del CFSI Marco Tubino e dal direttore del DSRS Mario Diani. È quindi seguita la lectio magistralis “Immaginare il mondo per costruirlo” con Carla Locatelli (professoressa del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive, UniTrento e membro del Comitato scientifico CFSI) e Andrea Segré (presidente della Fondazione Edmund Mach).
L’iniziativa si chiama “Talete”, nome che sta per “Talenti e Territori”. «Talete – si è spiegato - ha l’ambizione di diventare una proposta qualificante per studenti e partner territoriali. UniTrento e CFSI partono dall’ipotesi che l’approccio territoriale sperimentato dalla cooperazione internazionale allo sviluppo consente l’elaborazione di un percorso formativo privilegiato per lavorare sulla dimensione internazionale nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, dell’educazione alla cittadinanza mondiale e dell’acquisizione di competenze trasversali».

Ma cosa prevede l’Honours Programme?
Gli studenti di Talete al proprio percorso curricolare aggiungeranno un “pacchetto” (24 crediti extra curriculari) di formazione integrativa e tirocinio sulla cooperazione internazionale che permetterà loro di uscire dall’Università con un bagaglio più solido di conoscenze e competenze e con esperienza e relazioni in contesto internazionale. Il programma prevede, infatti, un workshop iniziale, un corso intensivo residenziale e un’esperienza di lavoro sul campo all’estero (2-3 mesi) finalizzata all’elaborazione della tesi di laurea magistrale. Conseguita la laurea, il partecipante avrà l’opportunità di svolgere un tirocinio (2-3 mesi) nel medesimo ente ospitante e un workshop finale.
In questa prima fase sperimentale la partecipazione è limitata a dieci studenti dei due dipartimenti. Si tratta di sei studenti del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica e di quattro di quello di Sociologia e Ricerca sociale: Andrea Bello, Francesca Benci, Georgiana Ciot, Luigi Hinegk, Maria Lombardi, Marina Lucidi, Riccardo Parise, Cecilia Pradella, Laura Savegnago e Giada Sbrissa. I posti disponibili erano stati banditi l’estate scorsa, dopo quasi tre anni di progettazione della struttura del programma. Sono state raccolte 36 candidature. La selezione si è basata sulla valutazione dei titoli e dei curriculum vitae, di una lettera motivazionale, di un'attività di "assessment group" (per verificare alcune competenze trasversali tra cui: la capacità di ascolto, lo spirito d'iniziativa, la capacità di problem solving, l'empatia, la capacità di lavorare armoniosamente in gruppo e la leadership) e infine di un colloquio individuale. Sono stati dunque selezionati i primi 10 “talenti”, che hanno iniziato le loro attività formative al CFSI a fine settembre.

Per maggiori informazioni: www.dicam.unitn.it/272/talete 

Alla presentazione del programma Talete, questa mattina a Ingegneria, ha preso la parola il rettore Paolo Collini: «Come tutti gli honors program, anche Talete è un percorso impegnativo, che richiede di aggiungere ulteriori energie nell’arricchire la propria formazione. Gli studenti sono infatti coinvolti in modo attivo e le modalità di apprendimento sono davvero applicate e interdisciplinari. Per comprendere la complessità del mondo, del resto, occorre mescolare le competenze e rompere i rigidi confini che spesso separano gli ambiti disciplinari e persino i dipartimenti. Con questo programma assistiamo a una stretta collaborazione tra Sociologia e Ingegneria e a un ulteriore legame con il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale».
Soddisfazione per l’avvio del nuovo percorso è stata espressa anche dall’assessora provinciale all'università e ricerca e alla cooperazione allo sviluppo, Sara Ferrari. «Le abilità trasversali maturate in campi diversi sono essenziali per un territorio come il nostro che investe molto in formazione e che, per essere competitivo, deve contare su una popolazione che possieda competenze di cittadinanza globale. La Provincia autonoma ha avviato una serie di azioni in questa direzione su vari livelli: dai progetti con i più piccoli per rinnovare i curricula scolastici, fino al sostegno agli universitari per sviluppare una maggiore consapevolezza del contesto in cui metteranno a frutto le proprie competenze tecnico-disciplinari. La nostra forza è la rete di relazioni che si fonda su una solida realtà associativa, con ben 265 realtà di volontariato per un territorio di 500mila abitanti».
«Il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale – ha spiegato il presidente Paolo Tonelli – è una realtà frequentata da tanti universitari, che partecipano con molto entusiasmo ai corsi e alle attività che vengono proposte. Nel “villaggio globale” in cui viviamo la formazione alla solidarietà paga, soprattutto oggi che il dialogo internazionale sembra farsi più difficile. La formazione aiuta a introdurre e a salvaguardare nel cuore dei giovani quegli elementi di resistenza e quei valori positivi che ci aiutano ad alimentare la speranza per un futuro migliore».
A raccontare nel dettaglio gli obiettivi e lo svolgimento del programma sono stati il presidente del comitato scientifico del CFSI e direttore del DICAM, Marco Tubino: «Questo programma si differenzia dagli altri honors program per il suo carattere pionieristico nei contenuti e nelle modalità di svolgimento. Punta infatti a potenziare le capacità degli studenti di lavorare in gruppo e in un contesto condiviso, comunicare, definire e risolvere i problemi. Ma si confronta anche con la complessità del mondo di oggi e quindi mira a sviluppare nei giovani quella capacità di conoscere l’altro, l’altrui e l’altrove. Le chiavi di lettura sono l’educazione alla cittadinanza globale e alla sostenibilità. Leve attraverso cui è anche possibile ridurre la distanza tra mondo del lavoro e percorso formativo universitario».
Il programma Talete trae origine da una serie di iniziative di orientamento e formazione avviate già nel 2005 che hanno visto la collaborazione del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale. «La capacità di lettura del sociale – ha evidenziato il direttore Mario Diani – deve coniugarsi con le competenze tecniche. Nell’equilibrio tra queste due ragioni trova origine questo percorso che so pone come obiettivo quello di rendere i giovani, futuri professionisti, consapevoli della coesistenza di diversi punti di vista».
La mattinata è proseguita con la lectio magistralis sul tema “Immaginare il mondo per costruirlo” con Carla Locatelli (professoressa del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive, UniTrento e membro del Comitato scientifico CFSI) e Andrea Segré (presidente della Fondazione Edmund Mach). Nel suo intervento Andrea Segrè si è soffermato in particolar modo sui paradossi che, a livello globale, caratterizzano il mondo del cibo: «In primo luogo, viviamo in un pianeta che ospita un numero di obesi che è quasi il doppio di quello degli affamati, dove gran parte della produzione alimentare viene usata per nutrire gli animali da allevamento o per riempire di biocarburanti i serbatoi delle auto. Il paradosso forse più eclatante - ha aggiunto il professore - riguarda però gli sprechi alimentari: il 50% degli abitanti del pianeta potrebbe nutrirsi con lo spreco di chi produce. Da questi spunti appare evidente la necessità di abbandonare il modello di crescita puramente lineare, ormai insostenibile, per passare a uno circolare, in grado di ridare valore a ciò che produciamo e consumiamo».
«La collaborazione oggi è diventata per molti una sfida, quasi una scommessa» ha commentato Carla Locatelli nel suo intervento, rivolto in particolar modo ai primi dieci studenti che intraprenderanno il percorso. «È un’autentica sfida all'intelligenza per la sopravvivenza del mondo. La collaborazione oggi richiede il tempo e lo spazio per legittimarsi, per giustificarsi, per poter essere compresa non come un lusso superfluo, ma come una necessità per la sopravvivenza, per la custodia, perfino per la mera manutenzione di una terra abitabile. Tutto nel presente instancabilmente cambia, perché mutano le relazioni e le interdipendenze tra umani e fenomeni culturali nel rinnovarsi della vista sul nostro pianeta e nel cosmo. Solo uno sguardo mondiale, una consapevolezza internazionale e un orizzonte di possibilità planetarie possono oggi articolare idee di futuro con creatività, proprio perché questi fattori “coscienziali” (sguardo – consapevolezza – apertura) studiano e comprendono possibilità di relazione tra ambiti cognitivi, economici, finanziari, antropologici e sociali. La formazione culturale alla solidarietà ci insegna a negoziare, invece di colpire. A negoziare, invece di ignorare. A negoziare per il rispetto di tutti e ad esigere reciprocità nel perseguire questi valori».

(gz)


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